Regia di Ugo Tognazzi vedi scheda film
Giuseppe Inzerna, industriale nel settore della carta, si fa ricoverare in una clinica per eliminare un piccolo ma fastidioso rumore prodotto dal naso; le sue condizioni si aggravano progressivamente, e lui non uscirà più da lì. Libero adattamento del racconto di Buzzati Sette piani, ampliato a misura di lungometraggio attribuendo al protagonista uno spessore umano (un lavoro gratificante, una famiglia orrenda, un’amante devota) e inserendo qualche scena non sempre azzeccata (es. il pigiama party). A parte i riempitivi gratuiti, però, il nucleo della vicenda funziona bene: si comincia da una suite lussuosa con infermiere avvenenti e si arriva, in un crescendo inquietante, a uno stanzino cupo con un barbiere pasticcione; solo che, stranamente (e inopportunamente, direi), si sale anziché scendere. Cambia anche lo spirito dell’originale: lì c’era un’inesorabilità metafisica (nessuno esce vivo dalla vita), qui c’è soprattutto un’esasperazione grottesca del consumismo. Come sottolinea l’ossessivo ritornello della canzoncina, “oggi tocca a te, domani tocca a me, non si sa perché”: e Inzerna, che nella sua attività di imprenditore aveva promosso la diffusione di prodotti usa e getta, si rende conto di essere lui stesso un pezzo da sostituire.
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