Regia di Nagisa Oshima vedi scheda film
A Kamagasaki, quartiere popolare di Osaka infervorata tra ricostruzione post bellica e malavita dilagante, la giovane e spregiudicata Hanako si guadagna da vivere organizzando un traffico di sangue clandestino che coinvolge sottosalariati e disoccupati, offrendolo a potenti industrie cosmetiche.
Il capo della banda di Hanako è Shin, che presto diventa l’amante della ragazza.
Al gruppo si unisce anche D?ran’ya, un militante politico della estrema destra. L’uomo malizioso riesce ad aizzare i due fino a metterli uno contro l’altro.
Hanako cerca di allearsi con un’altra banda.
Ne segue uno scontro mortale, nel corso del quale perdono tragicamente la vita lo stesso Shin e Takeshi, il nuovo compagno della ragazza.
Doran’ya aizza la folla di disperati a dare fuoco all’intero quartiere, che divampa in fiammate in cui nemmeno la casa del padre di Hanako è risparmiata.
Rimasta sola la ragazza stringe amicizia con un vecchio medico e riprende indisturbata i suoi traffici criminali, tra cinismo e istinto di sopravvivenza che prevalgono indisturbati su ogni altro sentimento.
Nel film di Nagisa Oshima prevale l'euforia di una società che sta vivendo l'ebbrezza della ricostruzione post bellica, e quindi è disposta a mettere da parte valori come onore e moralità, pur di riuscire ad arricchirsi a scapito di altri concorrenti.
I personaggi che popolano la vicenda appaiono cinici ed immorali, protesi unicamente a togliersi di dosso quella povertà materiale che è l'unica ossessione che temo o e desiderano lasciarsi alle spalle.
Non c'è speranza, solo cinismo e ingordigia che diventa per la tenace Hanako, l'unico saldo appiglio per andare avanti, risoluta e decisa, verso il raggiungimento degli scopi prefissi. L'erotismo continua a restare, nel cinema di Oshima, un arma da utilizzare quando ogni altra pianificazione fallisce, divenendo un surplus che la astuta protagonista ostenta ed utilizza quando non ci sono altri modi per riuscire a risolvere nel migliore dei modi gli affari che la occupano.
Per questo ne Il cimitero del sole la speranza ha finito di esistere, annientata dal desiderio di poter disporre di tutto ciò che si è sempre desiderato e non si è mai potuto avere in precedenza.
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