Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
VOTO 10/10 Uno dei capolavori girati nel periodo più creativo della carriera di Kurosawa, i primi anni 50, in cui realizzò altre opere monumentali come Rashomon, L'idiota, I sette samurai. Purtroppo l'ho visto nell'edizione doppiata in italiano, che stavolta mi è sembrata insoddisfacente, anche nel doppiaggio del protagonista Takashi Shimura, e aspetto di poterlo rivedere in originale con sottotitoli, ma comunque la grandezza dell'opera traspare ugualmente. E' una pellicola superba, un film-summa che invita lo spettatore a riflettere sulla funzione di ogni singolo individuo all'interno della società a partire dalla storia di Watanabe, un vecchio funzionario che scopre di essere malato di cancro e dedica gli ultimi mesi della sua vita a realizzare un parco-giochi per bambini. Il ritratto di Watanabe acquista un rilievo umanissimo grazie all'eccellente interpretazione di Shimura, capace di reggere lunghi primi piani con espressioni di rara intensità emotiva, in cui si percepisce il desiderio di generosità altruista che si impadronisce dell'anziano, giunto alle soglie della morte, ma letteralmente trasfigurato dall'esigenza di dare un senso alla sua esistenza prima che essa gli sfugga per sempre (si tratta di un itinerario con espliciti riferimenti religiosi alla figura del Cristo, citato nel dialogo con lo scrittore nel locale da ballo). La satira dell'ottusità burocratica va a segno, la denuncia dell'egoismo del figlio e della nuora ricorda il Viaggio a Tokyo di Ozu, uscito l'anno seguente, l'ombra di Dostojevskij è sempre presente nel generoso umanesimo di Kurosawa che fa pensare anche a Chaplin e all'Umberto D. di De Sica, tematicamente affine e uscito anch'esso nel 1952. La lunga scena della veglia funebre intercalata da flashback sull'operato di Watanabe è assai originale in termini di stile e sembra ricordare il tema della ricerca della verità che era stato espresso in Rashomon: ma se in quel film la ricerca restava vana, qui approda a una sorta di presa di coscienza dei funzionari, anche se l'ultima sequenza ci mostra che il giorno dopo, nell'ufficio, tutto ricomincerà come prima. Una menzione anche al tema musicale, in italiano chiamato "La vita è così breve", che accompagna molte sequenze con la sua melodia un pò mesta: la sequenza in cui Shimura canta da solo questa canzone nel dancing resta davvero sconvolgente nella sua carica emotiva.
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