Regia di Delbert Mann vedi scheda film
New England, metà ’800: un giovane è cresciuto nell’odio verso il padre, che aveva sottratto alla madre i suoi possedimenti terrieri; quando si risposa, matrigna e figliastro si guardano inizialmente in cagnesco ma rinviano lo scontro a quando il vecchio sarà morto, e nel frattempo lo cornificano. Melodrammone verboso, enfatico e discretamente soporifero, che vorrebbe creare pathos mixando Fedra e Medea. Rispetto alla versione teatrale la principale novità è il ritorno dei fratellastri dalla California, dove si sono arricchiti trovando l’oro. La Loren fa l’italiana, rievoca il sole di Napoli e insomma non si capisce bene se stia recitando o rispondendo a un’intervista; Burl Ives è nato per fare il patriarca, come confermerà in La gatta sul tetto che scotta e Il grande paese; Anthony Perkins, si sa, è uno che ha sempre voluto bene a sua mamma. O’Neill al cinema non ha avuto la stessa fortuna di Tennessee Williams, pur raccontando storie abbastanza simili.
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