Franz Gerlach, ex ufficiale della Wehrmacht, è rimasto per anni nella soffitta della villa di famiglia ad Altona, presso Amburgo, nascosto e protetto dal padre e dalla sorella. Ma dopo l'incontro con la cognata Johanna, la sua vita cambia radicalmente...
Note
Da un dramma di Jean-Paul Sartre, sceneggiato da Abby Mann e Cesare Zavattini.
Prigionieri della guerra prima e del potere economico poi... ma sempre prigionieri. Sequestrati dalla vita che gli viene imposta dall'alto. Discreta messa in scena. 6,5
Visto oggi, nonostante ovvio impianto teatrale (del resto si parte da un dramma di Sartre di forte contenuto filosofico), contiene però momenti di cinema molto potenti, visivamente impressionanti
Un dramma da camera estremamente duro con una recitazione teatrale di grandi attori.Mi e' venuto in mente La caduta degli dei,dove anche li' c'erano successioni ereditarie su fabbriche e poteri economici,tutti in ambito familiare.
Un capitano d’industria tedesco, a cui un tumore lascia pochi mesi di vita, decide di affidare le redini dell’azienda a un figlio con cui non ha più contatti da anni e lo convoca nella sua lussosa residenza; qui si è nascosto in soffitta il primogenito, ex ufficiale accusato di crimini di guerra, che si ostina a indossare l’uniforme della Wehrmacht. Probabilmente… leggi tutto
'Un errore culturale' lo definisce Franco Pecori nel suo Castoro dedicato a Vittorio De Sica e non si può certo dargli torto: tratto da un testo di Jean-Paul Sartre, nonostante la volenterosa messa in scena del regista, con efficace uso dei primi piani, risente della pesantezza del dramma e di una scelta non certo felice nei ruoli principali. Se Sophia Loren si impegna ma è un pesce fuor… leggi tutto
Carissimi coutenti, mi sento in dovere di ringraziarvi tutti per l’inaspettata adesione a quella che normalmente si dovrebbe definire recensione ma che, nel caso specifico, sarebbe più opportuno ritenere…
Una donna scova un ex soldato nazista che si nasconde in una soffitta credendo che ancora la Germania sia sotto il controllo degli invasori, ma un giorno costui esce dal suo rifugio...
È prolisso e verboso fino allo sfinimento, ma è efficace nella costruzione psicologica dei personaggi e della tensione drammatica. Di certo non è questo il miglior De Sica.
'Un errore culturale' lo definisce Franco Pecori nel suo Castoro dedicato a Vittorio De Sica e non si può certo dargli torto: tratto da un testo di Jean-Paul Sartre, nonostante la volenterosa messa in scena del regista, con efficace uso dei primi piani, risente della pesantezza del dramma e di una scelta non certo felice nei ruoli principali. Se Sophia Loren si impegna ma è un pesce fuor…
Un capitano d’industria tedesco, a cui un tumore lascia pochi mesi di vita, decide di affidare le redini dell’azienda a un figlio con cui non ha più contatti da anni e lo convoca nella sua lussosa residenza; qui si è nascosto in soffitta il primogenito, ex ufficiale accusato di crimini di guerra, che si ostina a indossare l’uniforme della Wehrmacht. Probabilmente…
E' la parola scelta per la prossima settimana del Vocabolario dei Sentimenti e proprio oggi che l'ho appresa, mi è capitata una vicenda che mi ha determinato un certo ...imbarazzo. Un amico che condivide la mia…
Sarà pure un 'errore' nell'ottima carriera di De Sica, ma certo è un errore perdonabile. Zavattini (che cura la sceneggiatura) c'entra poco con Sartre (da cui è tratto il testo originale) e l'atmosfera risulta inevitabilmente quella di un polpettone pesantuccio a digerirsi. Ad ogni modo il cast, internazionale, è per il periodo ottimo e la resa in sè (attori…
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Commenti (4) vedi tutti
Prigionieri della guerra prima e del potere economico poi... ma sempre prigionieri. Sequestrati dalla vita che gli viene imposta dall'alto. Discreta messa in scena. 6,5
commento di BradyVisto oggi, nonostante ovvio impianto teatrale (del resto si parte da un dramma di Sartre di forte contenuto filosofico), contiene però momenti di cinema molto potenti, visivamente impressionanti
commento di milton56È prolisso e verboso fino allo sfinimento, ma è efficace nella costruzione psicologica dei personaggi.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiUn dramma da camera estremamente duro con una recitazione teatrale di grandi attori.Mi e' venuto in mente La caduta degli dei,dove anche li' c'erano successioni ereditarie su fabbriche e poteri economici,tutti in ambito familiare.
commento di ezio