Regia di Carlos Saura vedi scheda film
Bellissimo film metafora degli ultimi anni del franchismo, realizzato praticamente in tempo reale. Il titolo è dato dalle prime due parole di un proverbio spagnolo che equivale più o meno al nostro “allevarsi la serpe in seno". Ho l’impressione che Saura, qui nel suo periodo migliore, abbia voluto lanciare dei semi, cioè mettere in scena dei personaggi come simboli, lasciando libero lo spettatore di interpretarli come vuole, fornendogli una possibile traccia da seguire (ma il film può benissimo essere visto anche nel suo semplice sviluppo narrativo). Per quanto mi riguarda, potrei azzardare che i genitori rappresentano le fazioni di sinistra (comunisti e anarchici) in lotta intestina durante la guerra civile, la zia Paulina il franchismo, la nonna paralitica forse la monarchia o gli esuli, le figlie il popolo spagnolo, con la piccola tremendissima e al tempo stesso dolcissima Ana a rappresentare gli artisti (il regista stesso?), che custodiscono un veleno potentissimo da propinare ai detentori del potere. Peccato che sia solo bicarbonato. Saura si dimostra qui regista maturo, che ha saputo mettere a frutto la lezione del connazionale Buñuel.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta