Regia di Carlos Saura vedi scheda film
Ovvio cominciare col proverbio spagnolo esteso, a cui fanno riferimento le due parole del titolo: Alleva corvi e ti beccheranno gli occhi. Una frase secca, metaforica e fortemente lapidaria, molto chiara.
Carlos Saura è altrettanto secco e impietoso nell'indagare e mostrare i rapporti umani in una famiglia della Spagna franchista: la trama è esile ma quel che conta sono i risvolti sottilmente aggressivi che covano nell'animo della bambina protagonista. Ana, da grande, ripercorre le tappe principali della sua infanzia, avvolta dalla presenza della morte che tutto invade (la morte del padre ufficiale dell'esercito, di cui Ana si sente responsabile; prima ancora la morte della giovane madre [Geraldine Chaplin, moglie e musa del regista], sofferente per la precaria relazione matrimoniale e la malattia letale, che forse nemmeno ha; il veleno che Ana nasconde in un contenitore; la morte che pure augura alla zia e che vorrebbe dare alla tenera nonna inferma, in un primo momento anche accondiscendente). Saura ritrae con estrema asciuttezza i pensieri che traspaiono dagli occhi languidi e dal volto di Ana (Ana Torrent), accosta direttamente la realtà diegetica con i pensieri della bambina, i suoi ricordi della madre materializzati, non ha paura di rivelare la potenziale malvagità che può provare anche l'infanzia, ancor più terribile nella sua naturale "incoscienza" ""voluta"", se così si può dire, e dirige un film misterioso, prima della chiave grottesca e ilare adottata in Mamà compie cento anni, in cui tornano temi comuni.
Leitmotiv è la canzone Porqué te vas, successo dell'epoca, seguito a fior di labbra dalla stessa Ana: una canzone dallo strano carattere tra il malinconico e il malizioso, soffusa ma che si imprime all'orecchio con un obliquo senso di minaccia.
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