Regia di Adrian Lyne vedi scheda film
Film allucinato (e allucinante) che racchiude un incubo dentro un altro incubo, il tutto corredato da un'infinita girandola di colpi di scena che trasmettono pienamente l'inquietudine del protagonista.
Il soggetto, implicitamente, è una sorta di denuncia ai disturbi post traumatici da stress derivanti dagli orrori della guerra, ma affronta anche il cinismo che spinge spesso i vertici militari a inebriare le truppe per mandarle verso un incosapevole suicidio di massa.
Terribili alcune sequenze dal forte impatto emotivo (vedi la discesa in quella specie di manicomio infernale).
A voler trovare dei difetti segnalerei i troppi passaggi (alcuni dei quali visivamente interessanti) che hanno la mera funzione di intontire lo spettatore, destando un senso di confusione non sempre gradito. Tra queste sequenze citerei quelle che vedono in scena dei vermoni giganti (vedi la scena perversissima della discoteca con la ragazza del protagonista intenta ad amoreggiare con una bestia aliena), o quelle con la ragazza amante del protagonista e, infine, quelle con l'avvocato. Insomma, per dirla in termini più concisi ho avuto l'impressione che si sia voluta "mettere troppa carne al fuoco".
La regia è molto dinamica. Lyne è particolarmente a suo agio con le scene action (molte steady cam), ma se la cava assai bene anche con i momenti di tensione.
Ottima la fotografia, buona la colonna sonora. Cast artistico di pregevole fattura, con interpreti del calibro di Tim Robbins e soprattutto di Danny Aiello ("C'era una volta in america", "Leon") inseriti per dare spessore.
In definitiva, "Allucinazione perversa" è una delle opere più onriche che mi sia capitato di vedere e che pare tratta da un romanzo di Clive Barker. Voto: 8
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta