Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
VOTO 7/8 IMPONENTE (Tv 20 Luglio 2011)
Chi è nel fango, tende a guardare le stelle...
Puro Mankiewicz anni 50, superato il periodo gotico dei 40, l'elemento caratterisitco ora diventa l'esplorazione profonda delle tematiche melò-psicologiche con una verve amara e sociologica decisamente pessimista. Dopo una prima parte in linea con il capolavoro Eva contro Eva, il film infatti si impenna in un crescendo melodrammatico, inesorabile ma anche freddo e programmatico, ma pur sempre degno del filone più estremo del genere. Lo splendore visivo, morbidamente reso dalla sublime fotografia a colori e dallo stile classico del regista, è in contrapposizione alla tensione psicologica del racconto, la cui verbosità (da molti considerata un difetto), enfatizza l'elemento ipnotico della narrazione. Tanto è vero che pendiamo letteralmente dalle labbra dei quattro narratori, nei quattro flashback, ognuno con un tono diverso, dal disilluso al cinico e al patetico, dove il pessimismo diventa l'unica scelta possibile e il disincanto il giusto passatempo in attesa dell'inevitabile sconfitta. Mankiewicz così mostra e i personaggi si raccontano in una storia messa in scena con una sicurezza disarmante, un po' sopravvalutata, ma capace di restituire allo spettatore un'idea di cinema melodrammatico imponente, in cui la sola visione di un Bogey sotto la pioggia o di una Ava Gardner che si volta dai 3/4 al primo piano sorridente, sono puro immaginario occidentale.
La vita scrive dei brutti copioni...
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