Regia di Robert Flaherty vedi scheda film
Di gran lunga inferiore al capolavoro assoluto "L'Uomo Di Aran", questo film fece comunque la storia del cinema documentaristico, svincolandolo da mere esigenze informative e facendone territorio di creazione poetica. Manca tutta la componente sperimentale, apertamente avanguardistica che aveva fatto di "L'Uomo Di Aran" una sublime sintesi di formalismo sovietico e naturalismo scandinavo, con l'impatto emotivo del primo e la spontanea poesia del secondo. Tuttavia, lo sguardo di Flaherty sulle peripezie di Nanuk e della sua famiglia, felici nella loro semplice e faticosa vita di stenti, dove il pesce quotidiano è il premio per una dura battaglia contro una natura ostile, arreca con sè un tenero rispetto per la vita umana nella sua dimensione più pura. Inoltre, la varietà di situazioni ed attività filmate, esaltate da una mdp mossa e piazzata con grazie e competenza, mantengono desto l'interesse dello spettatore, per tutta la durata dell'opera.
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