Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
Commedia ed erotismo sono stati, negli anni '70, i due principali versanti su cui il cinema italiano è andato a contaminare il 'genere', per poter prolungare a dismisura filoni redditizi al botteghino; qui siamo in territorio thriller e ovviamente la scelta degli sceneggiatori (Gianfranco Clerici, Roberto Gianviti e Vincenzo Mannino) ricade sull'erotismo: in effetti 5 donne per l'assassino è una sorta di incontro fra Mario Bava (stanco) e Alvaro Vitali, la cui presenza è evocata da numerose scene sexy inserite in maniera completamente gratuita (d'altronde la trama è piuttosto piatta e prevedibile, per cui qualche diversivo andava necessariamente trovato). Massi è stato un abile mestierante che ha trovato (subito dopo questa pellicola) la sua strada nel poliziottesco; a lungo direttore della fotografia in prodotti di serie B, esordì proprio l'anno precedente a questo film, nel 1973, con un lavoro dal titolo mitologico: Partirono preti, tornarono curati. I mezzi sono modesti, ma non pessimi; Giorgio Albertazzi in uno dei ruoli principali garantisce anche un nome da mettere in evidenza sul cartellone; per il resto però il cast non offre grandi sorprese, sfoggiando nomi come quelli di caratteristi stranieri di poca notorietà (Francis Matthews, Pascale Rivault) o di onnipresenti figuranti italiani (Howard Ross/Renato Rossini, Tom Felleghi). La colonna sonora di Giorgio Gaslini è mediocre come tutto quanto il prodotto. 3/10.
In una clinica muore la moglie di un giornalista; seguono altre morti sospette, mentre l'uomo comincia a indagare insieme a un commissario. La quinta vittima predestinata sarà la nuova amante del giornalista.
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