Regia di Jerzy Kawalerowicz vedi scheda film
Ottimo film di Kawalerowicz. Pur essendo contemporaneo degli innovatori polacchi, come Wajda e Polanski, il regista scomparso il 27 dicembre scorso non sembra risentire né essere idelamente agganciato ad alcune delle nuove ondate che animavano l'Europa cinematografica alla fine degli anni cinquanta. Qui si cimenta in un film dall'impianto classico, dove si possono constatare l'unità di tempo e di luogo tanto care al teatro antico, rispettoso dei dettami aristotelici. E comunque il regista riesce a ricreare su quel treno che viaggia lungo la notte polacca tutta l'ambiguità dei rapporti umani, l'ingannevolezza dei giudizi sulle persone, le reazioni isteriche e violente dei cosiddetti cittadini perbene, ma anche le insoddisfazioni e le sofferenze di tante persone ed in particolare delle donne, che sembrano finalmente riuscire ad esprimersi, molto oltre la retorica ufficiale. Assai significativa è, infatti, la corsa della vogliosa moglie dell'avvocato, che si lancia in baby doll all'inseguimento dell'omicida attraverso i campi, insieme alla gran parte dei passeggeri del treno. I quali sono pronti a rendere omaggio al misterioso occupante della cuccetta numero 16 (che si rivelerà essere un valoroso chirurgo), pochi minuti dopo averlo bollato come uno spregevole assassino. Il bianco e nero dell'ottimo Jan Laskowski rende giustizia a un film narrativamente orchestrato con maestria da Kawalerowicz, anche con la valida collaborazione di un gruppo di ottimi attori. (4 febbraio 2008)
Su un treno che viaggia di notte per una località balneare della Polonia, si trovano tante persone con situazioni e intenzioni diversissime tra loro. Tra di essi si nasconde un uomo che ha ucciso la moglie. Durante la notte si svilupperanno piccoli e grandi drammi di questo concentrato d'umanità ferroviaria.
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