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Public Enemy

Regia di Kang Woo-Suk vedi scheda film

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La recensione su Public Enemy

di pazuzu
8 stelle

Kang Cheol-jung è un detective sfaticato e disonesto che non arresta i malviventi ma li deruba, e che — per nulla intimorito dall'indagine che una commissione interna al corpo sta svolgendo sul suo conto, già costata il suicidio del suo partner (e complice) Song — cerca sponde nella microcriminalità per piazzare la droga così ottenuta e guadagnarci su.
Jo Kyu-hwan è un operatore finanziario con il cuore a forma di portafogli, che gioca con i soldi in borsa e li fa fruttare attraverso investimenti oculati, assegnando alla sfera dei sentimenti un ruolo meramente accessorio.
Il primo ha due figlie che vede poco e una madre che lo disprezza, e deve alla sorte della moglie, morta accoltellata, un odio viscerale per le lame e per chi ci armeggia; il secondo ha un bimbo che lo idolatra e una donna che lo ama, ma si masturba sotto la doccia fantasticando su altre mille. Il primo è un ex pugile e preferisce picchiare a mani nude, anticipando ogni pestaggio con una specie di filastrocca che cambia di volta in volta adattandosi all'interlocutore; il secondo usa le armi che gli capitano a tiro e non si fa problemi ad accoppare chi si permetta anche solo di insultarlo o di interferire con i suoi piani: neanche se di mezzo c'è un vincolo di sangue.
Le loro strade si incrociano per caso in una notte piovosa, quando una scarica di diarrea costringe l'agente ad abbandonare un piantone per cercare un posto in cui evacuare sereno, e una scarica di pugnalate appena inferte ai propri genitori porta l'uomo d'affari, col volto semicoperto dal cappuccio di un impermeabile, ad allontanarsi dal luogo del delitto; così, mentre Kang riemerge dall'angolo di marciapiede su cui ha appena depositato le proprie feci (ben nascosto tra un palo della luce un muretto e un secchione), Jo giunge a passo sostenuto e lo urta inavvertitamente facendocelo cadere sopra: quindi il primo si rialza lercio e imbufalito e tira un pugno in testa all'altro, ma questi reagisce vibrando il coltello e filando via, aprendogli uno sbrego che gli costerà 30 punti di sutura sullo zigomo destro. Tornato a lavoro, il poliziotto mente per vergogna dicendo di esserselo procurato scivolando da solo, ma quando, una settimana dopo, il duplice omicidio viene a galla, intuisce che l'autore ed il suo aggressore possano essere la stessa persona, ed il nuovo incontro con l'uomo, chiamato a riconoscere le salme, giunge a togliergli subito ogni dubbio. Senza avere in mano nemmeno la fiducia dei colleghi, che alle teorie di un poliziotto inaffidabile e mendace preferiscono le rassicurazioni di un sociopatico travestito da cittadino modello, Kang si trova solo alla ricerca della prova che possa incastrarlo.

Interpretato da un cast di attori in ascesa (il protagonista Sol Kyung-gu è reduce da Peppermint Candy di Lee Chang-dong e in procinto di girare con lui anche Oasis, mentre l'antagonista Lee Sung-jae proviene da Barking dogs never bite di Bong Joon-ho), Public Enemy, del 2002, è l'opera tredicesima del prolifico Kang Woo-suk, regista ma anche produttore (di Chihwaseon — Ebbro di donne e di pittura di Im Kwon-taek, tra gli altri) tra i più noti in Corea del Sud.
Il genere di riferimento del film è il poliziesco, ma vi si trovano abbondanti tracce di slapstick comedy oltre che di action, e merito di Kang è saper passare con assoluta naturalezza dall'omicidio efferato all'inseguimento mozzafiato dalla scazzottata allo scappellotto, dalla tensione alla risata sguaiata, anche all'interno della stessa scena, il tutto senza apparenti sforzi né passaggi evidentemente stridenti, anzi con cambi di tono o umore continui e repentini ma perfettamente amalgamati.
Caratterizzato in massima parte da un ritmo indiavolato, merito anche dei dialoghi scoppiettanti e del un montaggio serrato, Public Enemy è l'esito sorprendentemente avvincente di una scelta programmatica di rinuncia al mistero: perché poggiandosi su una sceneggiatura (di Kim Hyeon-jeong) convenzionale — che probabilmente si sfilaccia in qualche sottotrama di troppo portando la durata a lievitare oltre il dovuto — il regista gioca a carte scoperte, non nasconde pressoché nulla dei personaggi né tantomeno del 'cattivo' di turno, anzi insiste da subito sul suo cinismo anaffettivo, sulla sua venalità e sulla sua innata (e criptata) propensione alla violenza, contrapponendovi il ritrovato desiderio di giustizia (e di vendetta) di un poliziotto eticamente marcio che nell'eventuale punizione da infliggere all'assassino intravede la possibile fine di un tunnel imboccato al momento della mai elaborata perdita della propria moglie (e dunque la propria catarsi), e calando il tutto nel contesto di un'indagine portata avanti per inerzia da un corpo di polizia di scanzonata inadeguatezza.
Dominato sotto il profilo attoriale da Sol Kyung-gu e dal volto iperespressivo che presta al suo scattoso e imprevedibile detective, il film ha avuto due seguiti (Public Enemy 2 e Public Enemy Returns) che lo vedono ancora protagonista, sempre per la regia di Kang Woo-suk.

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