Regia di Rob Bowman vedi scheda film
Elektra, protagonista di uno dei capolavori del fumetto mondiale, la “saga” di Frank Miller (Marvel), ha ora un film tutto suo dopo essere stata “ospite” di Ben Affleck nel bolso Daredevil. È resuscitata, campa facendo il sicario, si affeziona alle sue due vittime (Goran Visnjic di E.R. e Kirsten Prout) e affronta a modo suo le conseguenze della mancata esecuzione del “contratto”. Con un pizzico di magia, una storia che sembra quella dell’Uomo Tigre (la setta della Mano come la Tana delle Tigri...), sequenze d’azione abbastanza belle (ma un po’ frettolose...) e una protagonista azzeccatissima, Rob Bowman, il preferito tra i registi della scuderia di Chris Carter (X-Files), confeziona un film di intrattenimento agile e senza particolari pretese. La sua salvezza, rispetto per esempio a Daredevil, del quale è a tutti gli effetti uno spin-off, è paradossalmente quella di rientrare nella categoria produttiva della serie B, quindi con un budget relativamente ridotto rispetto a quello dei blockbuster del filone. Questo significa meno effetti speciali ingombranti, più materiale umano, più idee. Interessante la definizione dei cattivi, specie di quello con i micidiali tatuaggi “viventi”.
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