Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Rivisto dopo circa 20 anni dalla prima volta, "Il fiore delle mille e una notte" è il penultimo film di Pasolini. Preferisco giudicarlo come opera autonoma, al di fuori della tanto discussa Trilogia della vita. E' un'opera che porta impresso il segno distintivo del talento dell'autore, non priva tuttavia di contraddizioni. Innanzitutto non c'è l'estremismo visivo ed ideologico che caratterizzerà il suo ultimo "Salò", dunque è un film più fruibile, meno scioccante, con abbondanti dosi di nudo maschile e femminile, ma lo sguardo rimane quello di un poeta e non c'è mai pornografia gratuita, come vorrebbero i suoi detrattori. Il fascino figurativo è spesso alto, con bellissime ambientazioni nello Yemen e nel Nepal, una fotografia a colori di grande effetto, un ennesimo elogio del vitalismo delle classi popolari, una narrazione a scatole cinesi molto elaborata, forse un pò oscura nelle transizioni da un racconto all'altro (ad esempio la storia di Yunan viene inserita in maniera quasi casuale, mentre sarebbe stato meglio legarla in qualche modo a quella precedente). La collaborazione in sceneggiatura con Dacia Maraini ha dato comunque buoni frutti e non si può certo negare a Pasolini la coerenza del suo universo poetico, con un accostamento all'universo della fiaba orientale schietto e anti-intellettuale, che gli permette di ritrovare anche lì le costanti del suo cinema, incluso un ruolo importante riservato alle donne e una decisa simpatia nel rappresentare la loro condizione subalterna. Rispetto ad altre opere precedenti, la direzione degli attori mi sembra meno rigorosa e un certo sapore amatoriale che già accompagnava da tempo il suo cinema qui mostra più la corda quando sentiamo recitare i non-attori, fra cui Franco Merli e Ines Pellegrini, doppiati con accenti fortemente marcati che non aiutano particolarmente l'impressione di verosimiglianza. Comunque una pellicola che offre un incanto visivo e scenografico tale da superare le imperfezioni e le volute asperità stilistiche, un film che segna un punto di arrivo del cinema pasoliniano prima del suo controverso testamento, ancora all'insegna di un edonismo "felice, sereno e disteso" (cit. Morandini), dove anche la polemica sociale viene riassorbita in schemi non oleografici.
voto 8/10
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