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Il fiore delle Mille e una notte

Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film

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La recensione su Il fiore delle Mille e una notte

di ed wood
8 stelle

Ho visto due volte questo film. La prima 15 anni fa e non mi disse niente. La seconda ieri e finalmente ho potuto comprenderne le virtù. Non mancano i passaggi a vuoto, come in tutti i film a episodi. Ma ci sono anche momenti di grazia e poesia. Nonostante l’inconfondibile mano pasoliniana, mi viene un po’ difficile immaginare l’esistenza della “Trilogia Della Vita” senza il Rossellini frammentario di “Paisà” e “Francesco, giullare di Dio”. Stessa leggerezza, stessa trasparenza, stesso rifiuto della retorica, stessa sguardo autentico eppure, proprio per questo, eretico ed estraniato sul passato (sia storico, mitico, religioso o favolistico). La differenza è che Rossellini cercava, da un ottica puramente cristiana, la Grazia e la Pietà nelle umili o tragiche vicende di partigiani o fraticelli, laddove Pasolini ricerca la spontaneità del sesso vissuto come dono/ricezione di piacere reciproco, libero dalla mercificazione e delle convenzioni della civiltà moderna. Ciò non significa che non manchino violenza, morte e sopraffazione, ma queste sono dettate dalla contingenza, ossia dal ruolo che le persone sono costrette a recitare per sopravvivere: la schiava Zumurrud, improvvisatasi re, fa crocefiggere due persone, ma è il Male che il Potere reca necessariamente con sé che forza Zumurrud a prendere quelle decisioni. Pasolini è a suo agio nella forma narrativa “a scatole cinesi” propria della fonte letteraria, così come nelle suggestive atmosfere arabe e arcaiche. Talvolta si fa trasportare dal puro piacere del racconto, senza cadere in forzature ideologiche e trasformando con tenera naturalezza la volgarità in poesia. Al solito, la giustapposizione di musica sacra e “immagini profane”, così come il bizzarro meltin-pot fra corpi esotici e facce da borgata (Citti, Davoli) evidenzia l’universalità popolaresca (non populista!) del mondo utopico ritratto da PPP. Tanti momenti memorabili: su tutti, esemplare di purezza ma anche di inquietudine, il sogno della colomba intrappolata.

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