Regia di George A. Romero vedi scheda film
Un gruppetto di superstiti male assortiti si rifugiano in una base militare, mentre gli zombi premono inesorabilmente da fuori.
*** ANTICIPAZIONE DEL FINALE *** L'unico che sa girare film di zombi è Romero, (quasi) inventore della figura e unico capace di gestire ed elaborare il tema in modo adatto. Questo terzo episodio non è degno successore degli altri due, anche se si distingue per un maggiore grado di truculenza. Tuttavia questa, benché spaventosa, non è mai una blandizie per i sadici e neppure una mera esibizione di effetti speciali. Secondo me è eccessiva, ma penso anche che sia inserita in un denso contenuto, in personaggi ben definiti, e in dialoghi che invano si cercano in decine di altri horror.
Il regista, autore anche della sceneggiatura e tormentato credente, riflette sui massimi sistemi come la condizione dell'umanità sulla terra, il suo rapporto con Dio, e il suo futuro. Gli zombi - così in un lungo e teso dialogo tra i personaggi - sono il castigo di Dio ad un'umanità che si è lasciata prendere dalla superbia e dal male. Egli vuole far vedere agli uomini un anticipo di inferno, perché si ravvedano in tempo. Scopo mancato, a quanto pare. La loro condizione sulla terra è infatti ormai disperata, mentre continuano a litigare tra loro e a dare esempio di egoismo, violenza reciproca e stupidità. Gli zombi sono ingestibili e molto difficilmente eliminabili; non resta che ritirarsi su qualche isola incontaminata e vivere colà gli anni rimasti.
Interessante è anche lo studio sui personaggi. Un piccolo numero di loro sono le figure positive, tra cui la donna e il negro (scusate, ma la parola è stata classificata razzista solo da pochi anni, e io poi non lo sono). Quest'ultimo è la figura più positiva e sensata, come anche nei due film precedenti. E' lui ad avere l'idea dell'isola deserta, che è anche l'unica praticabile. La donna, invece, è animata da nobili intenti, come quello bloccare il contagio e trovare una soluzione per tutti, ma le sue idee si rivelano velleitarie. Lo scienziato pazzo, invece, insegue la chimera di educare i mostri e utilizzarli per qualche scopo utile. Il subdolo e torbido latino-americano è cinico e ingrato anche con chi l'aiuta a caro prezzo, e opta per la soluzione del suicidio con omicidio di tutti gli altri superstiti. Infine, troviamo i militari dell'esercito, per i quali il regista non ha al solito alcuna pietà: i sottoposti sono dei filibustieri più animali che uomini, e chi comanda è ottuso come un bue, oltre che perfetto egoista; insieme fanno assai più male che bene.
La pellicola è tesissima fin dall'inizio, anche quando si parla e gli zombi non si vedono. Romero a volte gioca con le attese dello spettatore creando la falsa aspettativa di qualche colpo di scena negativo. Altre volte costruisce molto bene il senso della minaccia per un pericolo che poi arriva inesorabile. Questi accorgimenti di regia sono prerogativa dei grandi. Alcune scene solo accennate e senza effetti fanno davvero paura, come quella dello zombi che si agita alla catena nella stanza buia, visto da lontano attraverso e il vetro della porta. L'essere girato quasi tutto in una base sotterranea, inoltre, conferisce un senso di oppressione e claustrofobia.
E' un'opera sicuramente riuscita e ricca di contenuto, il cui unico difetto è secondo me la truculenza oltre ogni dire di molte scene. Io l'avrei girato senza di queste, convinto che nulla avrebbe perso del significato e della tensione.
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