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Il giorno degli Zombi

Regia di George A. Romero vedi scheda film

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La recensione su Il giorno degli Zombi

di Mr Rossi
6 stelle

Terzo film sui morti viventi diretto da chi aveva inventato quel genere horror che, a parte gli effetti speciali più "realistici", aggiunge molto poco a quanto si era già visto.

 

In un futuro prossimo i morti viventi hanno contagiato e divorato quasi tutta la popolazione americana dominando gli Stati Uniti. Solo un misero gruppo di poco più di una decina fra militari, medici ricercatori e tecnici, tra i quali una dottoressa, sopravvivono in Florida rinchiusi in una ex miniera trasformata in un grande bunker, dove un folle medico soprannominato “Dottor Frankenstein” cerca, con tipici metodi da scienziato demente, di educare gli zombi prelevati dalle caverne ad essere umani e solo in un caso quasi ci riesce. Poi un militare impazzito dopo essere stato morso da uno zombi si suicida aprendo le porte al grosso branco affamato che assedia il bunker e dopo l’ irruzione dei morti viventi si salveranno solo in tre, fuggendo a bordo di un elicottero per approdare su di una isola deserta.

 

   Terzo film di George Alfred Romero sugli zombi da lui inventati nel 1968 con il celebre film in bianco e nero “La notte dei morti viventi” che non aggiunge molto a quanto si è già visto anche nel secondo capitolo a colori “Zombi” del 1978. Inutile cercare in questo film chissà quali metafore sociopolitiche con il mondo contemporaneo al film, a parte la paura di un "day after" dopo un conflitto nucleare da terza guerra mondiale già rappresentata al cinema. Anche in questo film di Romero assistiamo alle diverse reazioni comportamentali di un gruppo di uomini e donne circondati dai lenti cadaveri viventi avidi di carne umana viva, chiusi dentro in un rifugio apparentemente sicuro. Fin dall’ inizio è rappresentato il  crescente contrasto tra i pochi ricercatori del folle Dottor Logan e i poco più numerosi militari cretini ed alienati capeggiati dall’ ufficiale psicopatico Rodhes ma l’ unica soluzione del problema è sempre quella di affrontare gli zombi sparando per ucciderli colpendoli alla testa.

 

   Anche in questo film chi guida gli ultimi superstiti è un uomo di colore più razionale degli altri e fra questi fuggiaschi c’è ancora una donna come nel secondo film. Il cast è composto da emeriti sconosciuti anche in patria, dato che quel regista ha quasi sempre preferito investire soldi sugli effetti speciali e sul numero di comparse. Tanto per fare un esempio della scarsa fama del cast, uno degli interpreti principali (Joshep Pilato) aveva avuto una piccola parte in "Zombi" oltretutto completamente tagliata nella versione italiana. Per il resto si assiste soltanto a uno squallido repertorio di orridi mostri più o meno putrefatti e ributtanti squartamenti di vittime umane vive resi più realistici dalla tecnica affinata degli effettisti speciali e dei truccatori diretti dall’ esperto effettista Tom Savini, mostrati in un ambiente che ricorda quelli dei film del dopo-bomba post-atomico, con ambientazioni esterne apparentemente desolate e interne a dir poco claustrofobiche. La colonna sonora, pur cercando di essere inquietante, non raggiunge i livelli di quelle dei film precedenti, in particolar modo quella del film “Zombi” composta dai Goblins. Certi dialoghi fra militari e medici doppiati in italiano rasentano il grottesco involontario anche se gran parte degli attori principali danno il meglio di se.

 

   Pare che Romero aveva in mente un horror più spettacolare e metaforico dove i militari si sarebbero serviti degli zombi per esercitare il loro potere sui civili ma gli scarsi finanziamenti dei produttori costrinsero Romero a ridimensionare il soggetto del suo terzo film sui morti viventi.  Infatti “Il giorno degli zombi” non ebbe il successo sperato, tanto da convincere il regista a girare film horror d’ altro genere per poi tornare ai morti viventi vent' anni dopo. In Italia la rivista mensile di cinema più diffusa gli diede la sufficienza solo perché girato da lui. L’ ennesimo sequel di un cult del genere horror che oggi dimostra soltanto che certe storie terrificanti del cinema americano dovevano fermarsi al primo o al massimo al secondo film. Trattandosi di film commerciali purtroppo (a parte il fu G.A.Romero) più di un regista ci ha speculato sopra girando anche di recente film e serie televisive liberamente ispirati anche a questo film che più che horror sono orrori di film destinati a un pubblico da tempo abituato al peggio del peggior delirio visivo cinematografico.

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