Regia di Eriprando Visconti vedi scheda film
Il malessere esistenziale e la solitudine colpiscono più profondamente le coppie. Quando fallisce il matrimonio, i due partner sono costretti a subire l'esperienza della tristezza e dell'abbandono psicologico, prima che fisico. Eriprando Viscondi traccia un pessimistico ritratto sulla fallibilità della famiglia e dell'amore, più o meno interessato.
I nobili San Germano devono affrontare un dramma inatteso: durante una battuta di caccia la moglie di Fabrizio (Marc Porel), Valeria (Carole Chauvet), perde la vita. Fabrizio dichiara di essere inciampato involontariamente, e a causa della caduta un colpo di fucile ha centrato in pieno volto la donna. Mentre il giudice Marinoni (Stefano Satta Flores) indaga, vengono fuori i retroscena di quattro coppie, due composte dai San Germano, alle quali si affiancano quella dell'amico di Fabrizio, Vittorio (Flavio Bucci), e dello stesso Marinoni.
"Non esistono matrimoni perfetti, è una contraddizione in termini. Insomma, diciamo che la coppia è mortale. Perfettamente mortale." (Pietro San Germani / Corrado Gaipa)
Ispirato dall'omonimo romanzo di Michele Prisco, Visconti realizza un melodramma dalle tinte vagamente gialle, concentrato in una "spirale" di avvenimanti che dal passato tornano al presente e viceversa. Con una narrazione "ad incastro", le riprese procedono per accostamento di brevi piano sequenza, durante i quali l'intero cast artistico si propone in una notevole performance. A cominciare dalla figura del patriarca dei San Germano (Corrado Gaipa), che apre e chiude il film, proseguendo con ogni singolo personaggio. Attori tutti in ruolo, alcuni già noti (Marc Porel, Gaipa, Duilio Del Prete, Stefano Satta Flores, Martine Brochard), altri destinati a diventare da lì a breve celebrità (Flavio Bucci, Eleonora Giorgi). Alla sua penultima partecipazione, di soli quattro film, Carole Chauvet ricopre il ruolo principale, quello di Valeria. Una spirale di nebbia è un film corale, lirico e profondamente pessimista. E' un film sulla solitudine, spesso e paradossalmente più grande quando vissuta in coppia. Quando marito e moglie (ma anche due conviventi non uniti in matrimonio) non hanno più nulla da dirsi. Niente da condividere. L'azzeramento della passione (a dispetto delle molteplici scene di nudo presenti) e il malessere che attanaglia tutti i protagonisti - nessuno escluso - sono il vero filo conduttore del film. Amplificato da una scenografia volutamente malinconica (la nebbia è presente, non solo a livello metaforico) che guarda caso è quella della tenuta Visconti, a Castellaro De Giorgi. Film quindi intimamente sentito dal regista, quasi autobiografico, non solo per le location ma probabilmente per l'appartenza dello stesso Visconti al mondo aristocratico, forse in qualche modo riflesso nei San Germano. Tanto che oltre a girare in casa, Eriprando mette i suoi piccoli figli, Edoardo e Ortensia, nelle culle di casa San Germano (nei panni dei pargoli di Valeria e Fabrizio). A differenza de La orca e Oedipus orca, qui l'autore non affronta un discorso sulle classi sociali, ma sembra suggerire invece, in maniera disfattista, l'inutilità del matrimonio sia all'interno di un nucleo familiare borghese, che in quello proletario (Valeria viene da quel mondo, è un'estranea per i parenti di Fabrizio).
Citazione
"Purtroppo questa morte è risultato un caso particolarmente complicato. Ho redatto la sentenza istruttoria e l'ho trasmessa al pubblico ministero, probabilmente si arriverà al processo (...) Non lo sò. Credo che nessuno, neanche suo nipote (Fabrizio, n.d.r.), potrebbe spiegare che cosa è realmente accaduto. Voglio dire che potrebbe essere stato un incidente, un atto volontario o qualcosa di simile a un raptus (...) Cercheranno di stabilire... di raggiungere la verità. È probabile che suo nipote sia colpevole. Di che colpa si tratti, non lo sò, lo deciderà il tribunale." (Giudice Renato Marinoni / Stefano Satta Flores).
"La difficoltà del matrimonio è che ci innamoriamo di una persona, ma dobbiamo vivere con un carattere." (Peter Devries)
F.P. 29/03/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 102'13")
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