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Una spirale di nebbia

Regia di Eriprando Visconti vedi scheda film

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La recensione su Una spirale di nebbia

di ethan
5 stelle

Nella campagna lomellina, durante una battuta di caccia, il giovane Fabrizio (Marc Porel) uccide la bella moglie Valeria (Carole Chauvet): è la molla che fa scattare una serie di faide, intrighi e altre nefandezze all'interno dell'aristocratica e numerosa famiglia dei Sangermano, che ha come capostipite l'anziano Pietro (Corrado Gaipa) ed è formata, oltre ai suddetti, dalla splendida Maria Teresa (Claude Jade), sposa infelice dell'impotente Marcello (Duilio Del Prete) e dalla perfida Costanza (Marina Berti), attorniati dalla servitù, anch'essa in combutta con alcuni di loro, e da altri personaggi che ruotano intorno ad essi, ossia il giudice incaricato delle indagini (Stefano Satta Flores) e un medico (Flavio Bucci).

'Una spirale di nebbia', del 1977, è l'ottavo e penultimo film di Eriprando Visconti, nipote del grande Luchino: tratto dal romanzo di Michele Prisco, il plot è poco più di un pretesto per un'analisi critica dei vizi privati e delle (pressoché nulle) pubbliche virtù di una classe sociale rappresentante di un mondo nobiliare che il regista ben conosceva, racchiusa in se stessa e portatrice di valori improntati sull'indolenza.

Ben presto però il film - raccontato con il ricorso a vari flashback - in più punti statico nonostante il montaggio del grande Franco 'Kim' Arcalli, si riduce a una mera e ripetuta esibizione di atti sessuali, per l'epoca in cui uscì, abbastanza spinti ma che finiscono per appiattire e far rimanere la pellicola alla superficie di quanto narrato.

Pregevole la fotografia dai toni spenti, autunnali, di Blasco Giurato, che riesce, più che la regia, più concentrata negli interni, a cogliere e a dare l'idea del grigiore, della bruma che caratterizza, in autunno ed inverno, il paesaggio lomellino in cui la vicenda è ambientata, incuneato com'è tra bassa Lombardia e Piemonte orientale e buono il finale - riscattante in parte le parecchie lacune mostrate - che lascia in sospeso il dilemma con cui il film si era aperto.

Tra gli interpreti, oltre a quelli già citati, val la pena menzionare una giovanissima e già 'memorabile' (più che altro per la generosità delle sue forme che per talento recitativo) Eleonora Giorgi e una irriconoscibile ma già brava Anna Bonaiuto, nei panni di una servetta di casa.

Viscontiano negli intenti ma zoppicante negli esiti.

Voto: 5,5.

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