Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
(Forse) il miglior Godard. Giovane esordiente proveniente dalla critica, coadiuvato (spiritualmente e materialmente) dai colleghi dei Cahiers - Truffaut, Resnais, Chabrol - e praticamente spinto alla regia senza quasi possibilità di rifiutarsi, Godard stupisce oltre ogni previsione e realizza un lungometraggio a tinte noir in cui un protagonista piuttosto classico (un bravissimo Belmondo che interpreta uno spietato spaccone dichiaratamente ispirato a Bogart) attraversa una Francia (o meglio una realtà) sconfortante senza perdersi d'animo, fino alla resa dei conti finale. Il montaggio a scatti, frenetico, avvicina lo spettatore ai personaggi, aiutando a comprenderne i punti di vista e le sensazioni; ancora Godard non utilizza i suoi film per filosofeggiare a vuoto e i personaggi godono di buoni dialoghi e situazioni logiche e verosimili. C'è tutto il tempo per tradire le buone aspettative.
Michel è un ladruncolo balordo che fugge per la Francia dopo aver ucciso un poliziotto che lo inseguiva. Accanto a lui, un'amichetta americana che lo asseconda, ma finisce pure lei per abbandonarlo: nelle mani della polizia.
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