Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Oggi in molti fanno fatica a riconoscerlo tale, ma "Fino all'ultimo respiro" fu un elemento di rottura con molto che il cinema aveva presentato fino al 1960, e aprì di fatto la via a nuovi modi di raccontare dallo schermo. E' vero che alcuni dialoghi appaiono obsoleti, a volte privi di senso, non importanti, e che si noti più di una volta che il tempo è passato.Però è giusto anche dire che Godard compì un'operazione che liberava dall'obbligo della morale, impaginava immagini splendide, e lasciava emanare la sensualità fluida dei due protagonisti Seberg e Belmondo. Uomo impossibile ma fascinoso, modello da non imitare ma anche individuo dimostrante un disagio verso ogni regola preesistente e sfasato cronico lui, bellissima e fragilissima,mai convinta di ogni sua mossa lei, rimangono creature da immaginario cinematografico preziose:la regia dello svizzero Jean-Luc è da considerarsi modernissima in quell'era, e se al tempo attuale certe scelte possono anche parere non stravolgenti, si pensi a cosa dovesse apparire questa pellicola all'incrocio tra una decade tendenzialmente restauratrice,visto anche il trauma mondiale della guerra e quella seguente nella quale tutto spinse al nuovo, e allo sbalorditivo.
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