Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Esiste una linea Truffaut e una linea Godard. I registi della prima cercano di esprimere le proprie idee in una forma che possa riuscire gradita al pubblico, senza per questo svendersi; quelli della seconda esprimono le proprie idee e basta: se il pubblico gradisce (come incidentalmente può succedere) bene, altrimenti si rifugiano nel ruolo del genio incompreso. La montatrice Agnès Guillemot, che collaborò con entrambi in tempi diversi, disse che lavorare con Godard era un’esperienza elettrizzante e sempre nuova, mentre al confronto Truffaut era molto più prevedibile. Io, come spettatore, ho scelto una volta e per sempre la linea Truffaut. Di questo film posso apprezzare l’audacia delle innovazioni stilistiche, ma non lo amo.
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