Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Michel Poiccard è un giovane che vive di piccoli traffici; nel condurre una vettura rubata da Marsiglia a Parigi, si trova inseguito da poliziotti. Ne uccide uno utilizzando una pistola rinvenuta nell'abitacolo. Giunto nella capitale francese, cerca di dar solidità al proprio rapporto con Patricia, studentessa americana conosciuta a Marsiglia. La corteggia con insistenza; la ragazza, ondivaga ed attratta da altri interessi, lo asseconda. Ma, appreso che l'uomo è ricercato , ne rivela la posizione alla polizia, la quale di lì a poco lo intercetta; Michel tenta la fuga, ma è ucciso con un colpo di pistola nella schiena. Opera d'esordio del regista francese Jean-Luc Godard, "Fino All'Ultimo Respiro" è tra i film -manifesto della Nouvelle Vague, movimento cinematografico francese affermatosi tra gli anni '50 e '60, il quale portava in primo piano l'essere sull'apparire. Ciò in rottura con il pensiero "mainstream" dell'epoca, messo in crisi dall'inaridirsi dell'idealismo dell'immediato dopoguerra e da un contesto geopolitico che vede la Francia contrastare le spinte indipendentiste legate ai processi di decolonizzazione. Tale pensiero trova espressione in un cinema che racconta lo smarrimento dei personaggi in primo piano; evidenzia il disinteresse per la sfera pubblica e la sfiducia per l'autorità costituita; trasmette inquietitudine e pessimismo. Lo stile richiama il concetto di essenzialità, tra l'altro avvalendosi di scenografie scarne o comunque legate alla realtà quotidiana, tecniche di montaggio innovative. Questi canoni sono evidenti nell'opera di Godard. Il protagonista è un giovanotto senz'arte ne' parte, dedito a piccoli traffici e reati. Privo di una prospettiva a lungo termine, lo vediamo corteggiare con insistenza una giovane statunitense con l'intenzione di portarla in Italia, luogo di bellezze paesaggistiche e svago, secondo l'esperienza del personaggio. Durante un viaggio a bordo di una vettura rubata, per una sciocchezza si trova inseguito da due poliziotti, dei quali si libera uccidendone uno. Ma, mentre è a Parigi, in attesa di ricevere del denaro e di una decisione di Patricia circa il futuro del loro rapporto, il cerchio degli investigatori si chiude intorno a lui. Incapace di comprendere l'alto rischio cui espone Michel, l'americana lo tradisce, rivelando disinteresse e superficialità, tutti connotati che il protagonista aveva rilevato nel carattere della ragazza durante il corteggiamento. Ciò non gli avrebbe, del resto, impedito di avviare un rapporto con Patricia. Disinteressato agli sviluppi ed alle conseguenze, Michel vive di emozioni del momento, di obiettivi a breve termine, di effimeri piaceri, dando per lo più retta all'istinto. Non fa molto per sottrarsi al proprio destino. La sua improbabile fuga, successiva all'arrivo della polizia, termina con un colpo di pistola sparato alle sua spalle; le sue ultime parole recano un insulto contro Patricia, la quale, peraltro, non lo comprende. Il suo ultimo sguardo non esprime dolore o rimpianto, bensì ironia. Il protagonista è interpretato da Jean-Paul Belmondo; è irrequieto, mai fermo o calmo. Esprime voglia di vivere e dinamismo, i quali si risolvono inevitabilmente in inconcludenza. All'attrice Jean Seberg è affidato il ruolo di Patricia, personaggio altrettanto complesso. Accetta il corteggiamento di Michel, ma non rinuncia alla propria indipendenza, legata a studi e carriera in ambito artistico. Non cede a Michel, il quale è costretto a "scoprire le carte" lasciandole capire un po' per volta come guadagna d che vivere. Ciò men che meno convince Patricia, la quale sfrutta con disinvoltura un'occasione per liberarsi dello spasimante. La sequenza finale la vede in piedi vicino all'uomo morente, del tutto incapace di comprendere la portata dell'evento ... che del resto sembra non interessare allo stesso protagonista. Per la gran parte della durata del film, Michel è al centro dell'obiettivo, da solo o con Patricia. Il regista riporta scene di vita quotidiana, i momenti insieme, lunghi ed a volte frammentati dialoghi, dal quale emerge un notevole nichilismo. Alla vicenda sentimentale, sono legati elementi tipici del genere "noir"; un protagonista "maledetto", una sorta di involontaria "femme fatale", poliziotti che, in fatto di moralità, non possono dare lezioni a nessuno, un sottobosco criminale che interagisce con Michel. Il racconto ha un ritmo irregolare ed è accompagnato da una colonna sonora basata su sonorità jazz, vivace anche durante le sequenze drammatiche, a dispetto della tragicità del momento. "Fino All'Ultimo Respiro" è per me la prima visione tra i film appartenenti alla Nouvelle Vague; è stata necessaria la lettura di qualche riga qua e là per conoscere sommariamente le caratteristiche del movimento, a loro volta d'aiuto per comprendere l'opera, la quale esprime con forza la sfiducia verso l'apparire, il calcolo, il ponderato e l'interesse per l'istinto, l'intimo, l'imponderabile ... l'essere.
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