Regia di Massimo Dallamano vedi scheda film
Massimo Dallamano (1917-1976), morto a nemmeno sessant'anni, è stato un validissimo direttore della fotografia, poi passato alla regia con dei film di onesto artigianato. Questo "Medaglione insanguinato" è un film piuttosto mediocre che risente di certe atmosfere dell'"Esorcista" (le convulsioni della bambina) e si apparenta a "Profondo rosso" (contemporaneo) e alla "Casa dalle finestre che ridono" (successivo di un anno). Tutti i film testè citati sono migliori di questo pastrocchietto di Dallamano, nel quale la cosa più bella è Joanna Cassidy, anche se alcuni punti in comune ci sono: un dipinto misterioso che si ritrova sia nel film di Argento sia in quello di Avati, un episodio oscuro del passato con al centro un bambino, la stessa piccola Nicoletta Elmi che ammazza una lucertola in "Profondo rosso".
Ma i veri protagonisti di questo, come di altri film di genere dello stesso periodo ("Cosa avete fatto a Solange?" dello stesso Dallamano, ma anche gli ottimi film di Fernando Di Leo), sono il whisky J&B, l'acqua Pejo e le sigarette Astor (che in Solange le ragazzine fumano anche sotto la doccia): le bottiglie sono sempre in primo piano con l'etichetta rivolta alla macchina da presa e spesso recitano meglio di certi attori (Johnson è di rara inespressività). In una particina si vede Riccardo Garrone, anni prima di essere consacrato dal ruolo più importante della sua carriera: quello di San Pietro nella pubblicità della Lavazza. (15 febbraio 2005)
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