Regia di Nicole Kassell vedi scheda film
C’è un boscaiolo nella favola di Cappuccetto Rosso, lo ricordavate? E in questa, come in tutte le altre fiabe, c’è un bambino che rischia di brutto, circondato com’è da orchi o lupi famelici. Kevin Bacon, nel film di Nicole Kassel, vorrebbe essere il boscaiolo che i piccini li salva e invece si ritrova a essere l’orco. Dopo dodici anni di prigione per pedofilia, esce. Qualcuno, come il cognato e una collega di lavoro (interpretata dalla moglie dell’attore Kyra Sedgwick), pensa che in fondo in fondo anche uno come lui possa avere una seconda possibilità, possa “guarire”. Il poliziotto che lo incastrò non condivide e non lo molla, e in fondo anche lui, il “woodsman” del titolo, si fida poco di se stesso... Bello in senso morale prima che estetico questo film, che non solo ha il coraggio di prendere di petto un tema difficile, ma lo fa toccando le corde giuste. E mettendo in dialettico e aspro confronto l’intimità disturbata del protagonista con un contesto che non può non subire le conseguenze della sua patologia. Un po’ più intelligente, pragmatico e giusto che dire semplicemente: «è una malattia, trattiamola con il massimo di correttezza politica possibile». Chapeau anche alle scene girate in fabbrica e dintorni, riflettono la medesima asprezza e fanno pensare a una nuova prigione per il nostro. Bravissimi i coniugi Bacon, scandalosa la mancata nomination per Kevin.
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