Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Adoro questo film. Lo adoro con ogni fibra del mio essere. Adoro ogni sequenza, ogni istante, che all'occhio viene mostrato, dalle sapienti mani del Maestro Scorsese.
Un ritratto minuzioso e freddo di un uomo che ha goduto di fama e gloria nella Hollywood che fu.
Scorsese sembra voler prendere le distanze da quest'uomo e dalla sua follia, e lo ritrae come un essere sempre all'apice della vita, anche quando, a qualunque altro, questa vita, sarebbe sembrata indegna.
Un film tecnicamente perfetto, che guardi con piacere, in cui ti infondi con passione, che vive solo attraverso la magnifica interpretazione di Leonardo DiCaprio che imprime la sua ostinata recitazione, dando ad Howard Hughes i tratti dell'attore più straordinario dell'ultimo secolo.
Un film che scorre lento, come il sangue nelle vene, che assapori in ogni sua sfumatura (perfetta la fotografia, Ferretti ci regala una scenografia da Oscar), attraverso ogni vibrazione che si libera nell'aria. Ammalianti le musiche che riempiono i vuoti di parole dette solo nei momenti giusti e tutte calibrate e sensate.
Cate Blanchett e Kate Beckinsale, si plasmano, nei corpi e nei volti di Katharine Hepburn e Ava Gardner, in modo catartico, duettano con DiCaprio in modo sensazionale e restano nell'ombra tanto quanto basta per dare l'idea di quanto fosse "tanto" l'ego di Hughes.
Come quasi sempre, nel finale, il Maestro, e lo stesso DiCaprio, danno il meglio di se: commovente vedere Hughes guardare, in uno specchio, il suo passato e prevederne il futuro.
Ancora oggi mi chiedo: come ha potuto l'Academy non assegnare l'omino d'oro a Leo? Ingiustizia! Tremenda ingiustizia!
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