Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Scorsese ci parla del cinema, attraverso uno dei suoi più ammirevoli folli protagonisti, ma solo per formare una metafora ardita dell'incoscienza umana (e sul fallimento del sogno americano). Ma il regista newyorchese ci parla anche di donne, aerei, malattie mentali, con un Di Caprio inappuntabile ed un ritmo che, nonostante le quasi tre ore di film, non cede quasi mai. Certo, tagliare qua o là non avrebbe influito più di tanto sulla storia, sui suoi contenuti o sulla riflessione che necessariamente essi generano; ciononostante The aviator è realmente appassionante, da godere da capo a fine perdendosi negli squilibrati (non per forza nel senso patologico del termine) meandri della laboriosa ed instancabile mente di Hughes.
Vita di Howard Hughes fra gli anni '20 ed i '40: miliardario grazie ai pozzi petroliferi di famiglia, coltiva fin da giovanissimo le sue tre principali passioni: il cinema (realizzando fallimentari kolossal), le donne (collezionando flirt con numerose bellezze, anche celebri) e gli aerei, che Hughes disegnava e pilotava. Tutte e tre le strade lo portano alla rovina: il suo cervello è minato da angosce profonde risalenti all'infanzia, che lo trasformano in un autorecluso fobico e compulsivo.
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