Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Appassionante, fiammeggiante, sfolgorante. Per Scorsese, un altro bersaglio centrato in pieno. Dal punto di vista figurativo e cromatico, il film lascia senza fiato (si noti come lo stile visivo segua quello delle rispettive epoche e dei rispettivi generi, dalla commedia sofisticata anni 30 al noir anni 40). Da quello narrativo, va riconosciuto che Scorsese e’ riuscito a organizzare al meglio una materia narrativa cosi’ ricca e complessa, realizzando un’opera omogenea, equilibrata e senza momenti sbiaditi. Tematicamente, e’ un film scorsesiano al 100%. E’ un fantasmagorico viaggio in un immaginario lussureggiante, che oscilla tra realismo storico e iperrealismo sovreccitato, che sfocia nella patologia visionaria nel momento in cui Hughes si chiude nella sua personale sala di proiezione. Nevrotico, ossessivo, maniacale, divorato da una violenza interiore, malato di gigantismo, eccentricita’, ambizione, Hughes e’ l’alter-ego di Scorsese e di tutto il suo cinema. E’, a suo modo, un altro Travis Bickle, un solitario, questa volta alle prese non con l’inferno metropolitano, ma con quello hollywoodiano. “The aviator” e’ un magnifico affresco sull’America (con le sue componenti di spettacolo, mass-media, potere politico, economia, puritanesimo) e sul suo Sogno. E’ anche il capolavoro interpretativo di DiCaprio, un Howard Hughes difficile da dimenticare. L’incredibile Cate Blanchett, in un ruolo quasi impossibile, fa miracoli. Ancora: e’ un film d’equipe, in cui i contributi tecnici (scenografia, fotografia etc…) hanno un’importanza fondamentale nella resa di un Universo ammaliante.
Caratterista interessante: il nuovo Thomas Mitchell?
Che bella!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta