Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Biopic sulla vita di Howard Hughes, che si ferma all'apice del suo successo con la fine della faida contro la Pan Am. La prima ora e mezza è pachidermica: ripercorre dettagliatamente le vicende del magnate, esitando a lungo sul suo rapporto con la Hepburn, sulle ambizioni smodate (tre anni di riprese per Gli angeli dell'inferno) e sui primi segnali di cedimento psichico. La ricostruzione è perfetta e gli interpreti eccellenti, ma il minutaggio esonda oltre il tollerabile e la quota d'interesse per la narrazione non riesce a giustificarlo. Però si riprende alla grande dall'incidente con l'XF-11: la rappresentazione del disturbo ossessivo compulsivo di Hughes è ottima, forse la migliore che abbia visto in un film, e lo scontro fra le linee aeree (culminante col paradossale controinterrogatorio al senatore) riesce ad appassionare, fino alla suggestiva conclusione (molto emblematica per chi ha in testa il miliardario con barba ed unghie lunghe, mentre indossa confezioni di fazzoletti al posto delle scarpe). A The Aviator avrebbe giovato il dono della sintesi.
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