Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
Luca Zingaretti interpreta il prete ucciso dalla mafia, perché il suo ostinato impegno, nella salvaguardia e nella liberazione della malavita, del malfamato quartiere di Brancaccio, comincia ad urtare gli interessi delle famiglie coinvolte nella gestione di traffici illegali, servendosi di ignari bambini che il prete raccoglie nella sua parrocchia affinché possano coltivare le loro passioni e la fratellanza. L’interpretazione dell’attore protagonista è sommessa, la somiglianza è inesistente, a partire dal volto corrucciato sul quale troppo raramente si staglia un sorriso che invece era il biglietto da visita del prete amato dai bambini. Buono il lavoro di Roberto Faenza che preferisce raccontare una Palermo perennemente sotto il sole, anche nel tragico omicidio, avvenuto in realtà di sera, forse come a voler accentuare l’omertà che attanaglia i popoli invasi dalla piaga della malavita. Rivisto con piacere, a distanza di anni dalla prima visione scolastica, non è riuscito a regalarmi nessun tipo di particolare emozione se non un senso di non compiuta rivalsa per atti di violenza che continuano a perpetrarsi in queste favolose terre, come se ogni azione e ogni morte fosse stata vana.
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