Espandi menu
cerca
Spartan

Regia di David Mamet vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Dom Cobb

Dom Cobb

Iscritto dal 28 giugno 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 23
  • Post -
  • Recensioni 136
  • Playlist 7
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Spartan

di Dom Cobb
8 stelle

Re Leonida di Sparta era solito mandare in avanscoperta un singolo soldato in caso di aiuto verso i popoli suoi alleati. Così l'agente Robert Scott (Val Kilmer) è uno degli uomini di punta e maggiormente specializzati nelle missioni in solitaria, sia dentro che fuori i confini nazionali. Lo vediamo per la prima volta mentre sta allenando alcune reclute all'interno di un bosco. David Mamet descrive l'ambiente dello spionaggio come freddo ed impersonale ("Se stai cercando del cameratismo, hai sbagliato posto" sibila Kilmer ad uno dei suoi allievi, interpretato da Derek Luke); non è possibile provare empatia per i protagonisti, visto che non si dimostrano simpatici in alcuna maniera, ma solo come dei burocrati (gli "anziani"), o degli agenti operativi sul campo, preparati ma professionalmente molto "inquadrati". Il famoso cameratismo tra colleghi, citato proprio da Kilmer, è assolutamente assente; anzi, gli agenti, tra di loro, nel momento stesso in cui cominciano le difficoltà operative, sono pronti a scrutarsi e studiarsi a vicenda per individuare le rispettive falle nell'attività di spionaggio e sorveglianza. Lo stesso Kilmer, che non ha mai interpretato personaggi che brillassero per espansività, qui risulta ancora più silenzioso e "chiuso a riccio"; come qualcuno ha già precedentemente notato, durante il film non mostra mai un sorriso o un'apertura nei confronti degli altri: una figura quasi tetragona. Mamet, perciò, preferisce adottare una messa in scena il più possibile oggettiva del mondo dei servizi segreti, il quale risulta fortemente infiltrato dagli interessi politici, come ha modo di scoprire lo stesso Kilmer, quando viene incaricato di ritrovare la figlia di un politico di Washington particolarmente influente.Politicamente e professionalmente si tratta di una missione spinosa: "Sarò come tuo fratello" dice a Kilmer il Direttore Operativo, interpretato da Ed O'Neill, per prospettargli i benefici alla carriera di un'indagine svolta con discrezione. "Sbagliato" - risponde sempre laconico Kilmer - "Mio fratello mi picchiava". La figlia del politico risulta scomparsa dal campus dove risiedeva e studiava. L'agente Scott è "una vecchia volpe" nel suo campo e, senza grosse difficoltà, scopre che la ragazza (l'attrice Kristine Bell), viziatissima, si è allontanata volontariamente dal campus e, quando viene improvvisamente dichiarata morta, Kilmer, che ha in mano prove che indicano il contrario, mette in piedi una propria missione "indipendente", che lo porta a seguire la pista delle tratta delle ragazze (come prostitute) a Dubai. Mentre i suoi compagni d'avventura, Derek Luke e Tia Texada, muoiono come mosche durante la missione, l'agente Scott riesce a salvare la ragazza e a rimandarla a casa. "C'è la Terza Guerra Mondiale, la fuori!" grida William H. Macy (attore feticcio di Mament), mentre cerca di stanare Kilmer all'interno dell'angar dell'aeroporto di Dubai: la crisi economica mondiale, la perdita di credibilità della classe politica, le paure post-11 settembre, i fronti di guerra in Medio Oriente sempre più ingestibili. Mamet si confronta faccia a faccia con l'attualità ed il suo è un ritratto assolutamente in nero della direzione in cui il Mondo sta precipitando: chi sta nelle "stanze dei bottoni" (che siano esse politiche o economiche) ha vantaggio nell'insabbiare la realtà dei fatti o nel portare crisi e destabilizzazione; che sta dall'altra parte, o subisce tali ricadute, o ne diventa una vittima. Nel film, per esempio, lo scandalo che sarebbe derivato dalla verità sul rapimento della ragazza non sarebbe stato facilmente "digeribile" dai piani alti della politica, che optano perciò di usarla come vittima sacrificale sullo scacchiere politico interno. Kilmer riesce nella sua missione, ma per aver salva la vita, non avendo fatto "gioco di squadra", è costretto ad autoesiliarsi all'estero. Mentre scorrono, sugli schermi televisivi, le immagini della ragazza che riabbraccia la famiglia, un ignoto passante afferma: "Torniamocene a casa"; Kilmer, di rimando, gli risponde: "Beato tu che ne hai una" e, di seguito, attraversa solitario Piccadilly Circus, notturna e spettrale. L'agente Scott non ha più una casa propria, intesa sia come focolare domestico, sia come paese da servire. In un paese (e in un mondo) attraversato dal cancro della corruzione più cinica, ci suggerisce Mamet, non c'è spazio per gli idealisti e, anche in assenza di quelli, di gente che semplicemente segue la sua strada come Scott: l'unica maniera per restare vivi è scomparire nell'ombra. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati