Regia di Luigi Chiarini vedi scheda film
L'impossibile storia d'amore fra un pilota dell'aeronautica militare e una ballerina, conosciuta in un locale in uno dei rari momenti di libertà; siamo nel bel mezzo degli attacchi tedeschi sull'Italia, durante la seconda guerra mondiale, e la tragedia incombe.
Se non fosse un film diretto da Luigi Chiarini, famoso critico di cinema ed entusiasta del regime fascista, Ultimo amore passerebbe pacificamente inosservato; alla luce dei nomi dietro e davanti alla macchina da presa, però, la pellicola va quantomeno ricordata, seppure non lasci comunque alcuna traccia del suo passaggio. Questo perchè un film di guerra e buoni sentimenti (l'amore, il coraggio, il patriottismo) nel 1946 arriva fuori tempo massimo, in pieno neorealismo e in piena riscoperta del Paese reale, quello concretamente presente nelle strade, fra la gente; il cinema dell'immediato dopoguerra prese a ritrarre l'Italia per ciò che veramente era, senza vergognarsi del proprio passato, mentre un'opera come Ultimo amore non fa che ripropinare gli stereotipi mussoliniani ormai abusati e perfino invisi al pubblico, proiettando la trama in una realtà scomoda (la guerra) vista con occhi sostanzialmente entusiasti (la fine del protagonista è considerata un atto di ardimento e non di totale follia). Fra gli attori non mancano i volti di spicco: Andrea Checchi, Aroldo Tieri, Clara Calamai, Carlo Ninchi, Dante Maggio, Giacomo Rondinella; anche le firme sul copione - parecchie - sono degne di interesse: innanzitutto perchè c'è quella, piuttosto rara, di Mario Serandrei, ben più noto come montatore; e poi perchè troviamo Giuseppe De Santis, Ettore Maria Margadonna, Cesare Vico Ludovici, Brunello Rondi e Rodolfo Gentile. Per Chiarini è la quarta delle cinque regie che licenziò fra il 1942 e il 1950; in seguito si limiterà a esercitare nella settima arte un ruolo teorico, diventando anche il primo professore universitario di cinema nel Belpaese. 3,5/10.
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