Regia di Giulio Macchi vedi scheda film
Un giornalista cinico, per risollevare le sorti del quotidiano in cui lavora, decide di riesumare vecchie vicende di cronaca nera in toni scandalistici. Rimestando nel torbido, fa emergere la storia di una donna che anni prima era stata implicata in un omicidio (il datore di lavoro aveva ucciso la moglie) e avanza dubbi sulla paternità della sua primogenita, una bambina poliomelitica. Il marito della donna inizia ad avere dubbi su di lei. Melodramma alla Matarazzo (una moglie con una macchia nel passato, un marito pronto a credere alle apparenze, una bambina che ne fa le spese) ma di taglio più moderno e meno provinciale, forse per effetto della “supervisione” che i titoli accreditano a Vincent Sherman: la critica alle storture della libertà di stampa è anticipatrice, anche se ora, grazie a Vespa e soci, siamo abituati a ben altro. Un film che emoziona e commuove, nonostante un Gassman poco credibile come cattivo e un Ferzetti sopra le righe (solita storia per entrambi).
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