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Difendo il mio amore

Regia di Giulio Macchi vedi scheda film

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La recensione su Difendo il mio amore

di mm40
5 stelle

Un giornalista senza scrupoli, per aumentare le vendite del suo quotidiano, decide di ripescare qualche vecchia storia scandalistica per cercare novità pruriginose su di essa. È così che l'uomo va a rimestare in un delitto passionale di qualche anno prima per insinuare nuove accuse su una donna, Elena, che si trova suo malgrado messa nuovamente alla gogna senza un reale motivo. Lo stesso Pietro, suo marito, prende a dubitare di lei...


La discendenza di questa pellicola da L'asso nella manica, diretto da Billy Wilder nel 1951, è diretta. Nonostante non appaia alcun tipo di credito nei titoli di apertura del lavoro, è fuori discussione che la storia di Difendo il mio amore sia (più che) ispirata al film americano di un lustro precedente; il fulcro di tutto è il giornalismo scandalistico dell'epoca, sempre più interessato alle vendite che alla verità dei fatti, sempre più avvezzo ad accalappiare lettori facendo leva su morbosità e insinuazioni, e in tal modo sconfinando spesso nei territori della fantasia o quantomeno della supposizione. Nulla di male fin qui, anche perché il copione firmato da Giorgio Prosperi e Jacques Robert – trattasi di una coproduzione fra Italia e Francia – che proviene a sua volta da un soggetto di Suso Cecchi d'Amico ed Ettore Giannini, brilla di luce propria e vive di personaggi forse un po' caricaturali, ma realistici il giusto per il contesto, con dialoghi credibili e situazioni altrettanto verosimili. La storia regge insomma, al netto di un tasso melodrammatico che va via via crescendo nel corso della trama fino al suo esplodere finale; una nota assoluta di merito poi va spesa per le scelte di casting che vedono comparire sulla locandina del lavoro i nomi di Gabriele Ferzetti, Arnoldo Foà, Martine Carol e Charles Vanel, “con la partecipazione di Vittorio Gassman” (così sui titoli di testa: eppure quest'ultimo ha un ruolo di tutto rispetto nel film). Musiche di Renzo Rossellini, fotografia di Gianni Di Venanzo, montaggio di Mario Serandrei: tutte garanzie di una confezione molto ben curata. 5/10.

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