Regia di Taylor Hackford vedi scheda film
Regia e montaggio, per buona parte del film, non convincono affatto; pure lo sceneggiatore, almeno all’inizio, ci mette del suo (le prime esperienze di Ray nei piano bar del Nord e poi in giro per gli U.S. sono raccontate con una certa confusione). Tuttavia Hackford riesce ugualmente ad esprimere, in due o tre occasioni, guizzi registici notevoli (come le sequenze sulla perdita della vista di Ray bambino, o quelle nella clinica di disintossicazione) che, unitamente alla prova attoriale di J. Fox, fanno davvero bene alla qualità del film.
Perché, se il Ray di T.Hackford è più di un film semplicemente modesto, il motivo è principalmente uno e porta il nome di Jamie Fox. Un attore capace di incarnare Ray Charles alla perfezione. E’ Ray. Passione e tormenti del leggendario musicista e cantante americano rivivono in Fox e si sfogano sul piano, il suo elemento naturale fin da quando mosse i primi passi. E musica fu (E che musica).
http://www.youtube.com/watch?v=ZKvhxapM5zo
Ray ed il suo soul. Ray ed il suo blues. Ray ed il suo country. Ray ed il suo sound. Un sound che impossessa chiunque lo ascolti, che abbatte gli steccati del perbenismo, che varca le frontiere del musicalmente conosciuto ed entra nella storia della musica.
Un film, dunque, significativo, a dispetto dell’inconfessata inclinazione agiografica (comunque spesso camuffata con mestiere) e delle pecche di regia e di montaggio.
3 stelle e ½
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