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36, Quai des Orfèvres

Regia di Olivier Marchal vedi scheda film

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La recensione su 36, Quai des Orfèvres

di Baliverna
8 stelle

E' un un poliziesco che guarda ai vecchi (e non eguagliati) esempi di Jean Pierre Melville, ma che finisce comunque per distaccarsene considerevolmente. La prima parte punta molto sull'azione e le sparatorie, e secondo me è la meno interessante del film. Poi si comincia a scavare un po' nei personaggi e in situazioni ingarbugliate, e il discorso si fa più consistente. I personaggi dei due protagonisti, ognuno a modo suo, commette errori gravi, che poi deve pagare e per i quali purtroppo devono pagare anche molti innocenti. Il patto col delinquente, il compromesso col male, l'ullusione che attraverso di esso si possa arrivare al bene rivelano tutta la loro ingannevolezza. A muovere i due personaggi sono soprattutto passioni forti e impulsive, e il desiderio di vendetta, la quale appare semplicemente come un'azione inevitabile. E' un film crudo, abbastanza violento, e ritrae un mondo spietato dove conta solo il potere, il denaro, e l'odio. Solo alla fine tra i due protagonisti, entrambi induriti a titolo diverso nel male, c'è un barlume - tardivo - di bontà.
Io non guardo le varie serie TV odierne su commissari e poliziotti, però dalle scene che vedo accendendo il televisore mi pare che dallo stile di questo film abbiano copiato molte di esse, sia nei personaggi che nelle tecniche di ripresa. La pellicola mi ricorda anche alla lontana "L.A. Confidential".
Non è sulle mie corde, ma è un film ben fatto.

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