Regia di Olivier Marchal vedi scheda film
Il cinema poliziesco francese ha una buona tradizione,che manca semmai a quello nostrano:negli anni Settanta,quando per un quinquennio uscirono numerose pellicole d'ambientazione sbirresca,si bollarono come "poliziotteschi" e ,nonostante ci fosse qualche buon successo di pubblico,vennero generalmente presi a calci dalla critica,salvo recenti riconsiderazioni.Si dirà che lì avevano Alain Delon,Yves Montand,Claude Brasseur e Lino Ventura,mentre da noi Maurizio Merli,Tomas Milian e Franco Gasparri non reggevano il confronto,ma ad esempio un moderno polàr come "36,Quai des Orfèvres",che deve molto agli interpreti,sarebbe realizzabile oggi da noi?
Diretto da uno che il poliziotto l'ha fatto davvero,il film è la storia di una guerra tra veterani della polizia,Daniel Auteuil e Gerard Depardieu:tra carognate e colpi a tradimento,i due sono spronati dall'astio di un'amicizia antica finita per una donna e per la competizione in carriera.La prima parte è di studio dei personaggi e degli ambienti,mentre nella seconda la storia si complica e lievita:Marchal conduce piuttosto bene il serrato racconto,anche se forse gli è mancato il coraggio di un finale tutto nero.Infatti,la sorta di bizzarra giustizia che si verifica a chiusura della storia inietta un pò di inopportuno moralismo edificante in un film affascinante e non privo di brutalità.Nel duello di classe tra i due protagonisti,difficile stabilire il migliore:se Auteuil risulta giustamente carico in un ruolo più "umano",Depardieu si affida a una recitazione in sottrazione come può riuscite solo a un grande attore.In attesa di un molto probabile remake americano,è comunque un godibile e ben fatto autoriale film di genere .
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