Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film
Fulminante opera prima che descrive, con cupo realismo, la resistenza di una famiglia palestinese contro l'esproprio e l'occupazione improvvisa della propria casa da parte di un commando israeliano. Una vergognosa incursione notturna, imperdonabile violazione di spazio, umiliazione d'intimità, giustificata dall'accusa di risiedere semplicemente sopra la linea di confine.
Costanzo dirige alla perfezione un gruppo di attori formidabili (tra cui spicca Mohammed Bakri, il capofamiglia) e muove la macchina da presa con un'autorevolezza stupefacente per un esordio. Le immagini sgranate, il freddo stile documentaristico e i lunghi piani-sequenza riflettono un'angoscia quasi insostenibile. Il terrore, l'incredulità e lo sperdimento di chi è costretto a vivere recluso in casa propria, confinato al piano superiore come un alieno, ma allo stesso tempo cerca di difendere la dignità e l'orgoglio di un intero popolo.
Prospettive oblique, sguardi piegati tra le fessure, soffocanti voragini di buio mentre la fotografia sabbiosa stringe il respiro. Drammatica denuncia che si sforza, tuttavia, di cercare anche le ragioni opposte mettendo in luce - a tratti perfino con timido umorismo - anche gli aspetti più ironici di una difficilissima convivenza.
Girato in Calabria (per ovvie ragioni di sicurezza), un film che picchia duro allo stomaco, al cuore e alla mente con sorprendenti dettagli poetici in mezzo al caos. Meritato Pardo d'oro a Locarno nel 2004.
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