Regia di Oliver Stone vedi scheda film
Insostenibile, noiosissimo, pretenzioso peplum diretto da un regista lontano anni (anzi... secoli) luce dai temi politici e sociali dei quali normalmente si occupa. Il film di Oliver Stone è un vero disastro da qualsiasi parte si guardi: lunghissimo (e nonostante ciò estremamente superficiale e pieno di buchi narrativi), ridondante, bolso, retorico, raffazzonato nelle scenografie, deludente nelle battaglie (appena due) rappresentate, appesantito da una colonna sonora pomposa ed invadente, con personaggi appena abbozzati (se non addirittura tagliati con l'accetta) e diversi passaggi ben al di là della soglia del ridicolo (più o meno involontario). Tra i momenti più esilaranti sono senz'altro da segnalare i papiri puntualmente vergati in ottimo inglese ed alfabeto latino (imperdibile la cartina dell'Asia consultata dai macedoni con, in bella evidenza, la scritta "Caspian Sea") e l'indimenticabile veduta di Babilonia by night, illuminata a giorno manco fosse Las Vegas e con all'orizzonte i lampi di un temporale incombente (fenomeno atmosferico notoriamente frequente in un'area corrispondente all'attuale Iraq). Anche gli attori meritano un po' di contumelie. Colin Farrell è assolutamente inadatto al ruolo, semplicemente inguardabile con un parruccone di lunghi capelli biondi e perennemente sopra le righe a descrivere una caricatura invasata ed isterica di Alessandro il Grande, tormentata da un risibile complesso edipico e quasi sempre incapace di descrivere l'irrisolvibile tensione tra un'esistenza troppo breve e la febbrile esigenza di spingere il confine delle proprie conquiste (e delle propie esperienze) ancora qualche chilometro più avanti. Se possibile ancora peggio di Farrell riesce a fare Angelina Jolie (che, come al solito, si lascia rubare la scena dai suoi labbroni), nella caratterizzazione del tutto forzata ed aribitraria di Olimpiade, madre virago ed ambiziosa di Alessandro. Pollice verso anche per Filippo, il padre di Alessandro, rude e concreto soldato nella realtà storica e ridotto da Val Kilmer ad una sorta di patetica macchietta. Nel disastro collettivo dispiace veder coinvolta anche la brava (e bella) Rosario Dawson: la sua principessa Rossane, ferina ed animalesca, è l'ennesima barzelletta di un cast letteralmente allo sbando, nel quale mi sento di salvare, forse, solo l'interpretazione misurata ed a tratti persino intensa di Jared Leto. Poi c'è lui, il vero sconfitto di questo distastroso naufragio chiamato "Alexander": Oliver Stone, decisamente alla peggior direzione della sua, a tratti eccellente, carriera. Il regista davvero non riesce a dare forma ad un micidiale blob nel quale nulla è davvero a fuoco e tutto è indistinto e confusionario: manie di grandezza, omosessualità (più o meno) latente e descritta con un misto di senso di peccato e pruderie del tutto privi di significato, dal momento che a quei tempi la morale sessuale era completamente differente dalla nostra, risibili complessi edipici, paralleli politici forzati e un po' ambigui... un calderone con tanti, troppi sapori mescolati in maniera incongrua. Anche visivamente Stone annoia e delude, con l'unico interessante guizzo del viraggio in rosso delle scene finali della battaglia contro gli elefanti, ma sono dettagli, particolari che proprio non riescono a risollevare le sorti di un'opera senza capo né coda. Tre ore di profondissima noia: voto pessimo.
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