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Alexander

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su Alexander

di BobtheHeat
4 stelle

Davanti a questa ambiziosa, lunga, didascalica e noiosa versione di un poco ispirato Oliver Stone, aumenta il rammarico di non poter vedere anche quella, (almeno per ora, ma il progetto sembra oramai esser stato accantonato) del pirotecnico Buz “Moulin Rouge” Luhrmann, perché certamente lui avrebbe fatto molto di più e di meglio. Eppure sembrava essere ai più proprio il combattivo O.Stone il regista ideale per raccontare le gesta di “Alexander the great”. Un condottiero unico, a differenza di tutti gli altri sempre in prima linea durante tutte le battaglie, capace giovanissimo di conquistare nel giro di circa 10 anni gran parte dell’allora mondo conosciuto e di spingersi dove nessuno era mai riuscito ad andare prima. Non il consueto tiranno rozzo e spietato, ma un un uomo colto, che, non a caso, aveva avuto da bambino la fortuna di avere come tutore niente meno che Aristotele (bello il cameo di Plummer). Un uomo sicuramente straordinario, che nascondeva dietro il suo sfrenato desiderio di conquista il sogno di un Mondo nuovo, di un Impero maestoso nel quale, sotto la sua guida, potevano convivere pacificamente le etnie e le culture più diverse. Per questo, anche contro il parere dei suoi generali, cercava dopo ogni vittoria di inglobare le popolazioni sconfitte, di non depredare che in minima parte le loro ricchezze e di integrarsi con esse sino addirittura a sposarsi con una di loro.“Alexander” poteva essere un vero grande Kolossal, un film epico nella sua lettura storica, importante ed attuale in quella politica. O.Stone però non è riuscito a farne ciò che avrebbe anch’egli voluto. Invece di concentrarsi sul mito, ha scelto incautamente la strada più intimista e personale della quotidianità. A Stone purtroppo non interessa più di tanto il fine stratega e il coraggioso comandante della mitica “falange macedone”. Ne sminuisce anzi la sua vera forza, tanto da non mostrarcelo mai veramente carismatico (e ciò indipendentemente dalla prova di C.Farrel, che sguardo spiritato e capello cotonato biondo al vento…poteva fare poco di più). I suoi generali lo seguono infatti in quanto figlio del forte e valoroso Filippo (Val Kilmer, sicuramente in parte), anche se ne apprezzano la sua voglia di stare sempre in prima linea. Stone insiste incessantemente per tutto il film sul suo frustrante rapporto edipico con la madre Olimpiade. Ma per far ciò allora avrebbe dovuto quanto meno affidarsi ad un’altra attrice, perchè definire Angelina Jolie poco credibile come madre di Alessandro (Colin Farrel è suo coetaneo…) è voler usare un eufemismo. Una scelta assurda, degna dei peggiori film hollywoodiani dei quali questo di O.Stone dovrebbe essere l’antitesi. Perchè poi insistere pesantemente sulle preferenze sessuali di Alessandro, innamorato sin da piccolo dell’amico Efestione, per poi mostrare i due …amanti…al massimo uniti in un “cameratesco abbraccio”? (Poco credibile e poco coraggioso…che ci siano stati dei tagli?). Di contro però Stone non si tira indietro nel mostrarci una “classica” e più facilmente filmabile scena di sesso tra Alessandro e la sua felina moglie barbara (Rosario Dawson, che è certo sempre un bel vedere…) mettendoci anche in questo caso non poco di suo per renderla quanto più ridicola possibile. Per capire meglio il personaggio di Alessandro, uno dei nodi centrali del film doveva poi essere l’assassinio di Filippo. E’ con la morte dell’amato/odiato padre che infatti egli riesce a diventare finalmente sovrano. Ed è da quel momento che Alessandro si lancerà nella sua titanica e smisurata voglia di conquista, pur di sfuggire da un lato all’ingombrante presenza della madre (probabile, anzi, certa mandante dell’omicidio) e dall’altro dall’ombra (perarltro poi sempre “goffamente” presente) del padre. Ma anche in questo caso la regia non funziona come avrebbe potuto e non ha la forza e il pathos necessario. E neanche l’uso del narratore Tolomeo (un bolso ed evanescente A.Hopkins) finisce per soddisfare. Troppo teatrale, verboso e confuso, non riesce nell’intento di tenere insieme le fila del racconto. Rimangono allora nella memoria le scene delle due grandi battaglie e in particolare la sequenza al rallenty in cui coraggiosamente Alessandro sfida a cavallo il rajah indiano e il suo corazzato e gigantesco elefante, un atto di vera follia che però riesce inaspettatamente a rovesciare di colpo gli esiti della sanguinosa battaglia. Una scena magnifica che non si dimentica (per merito anche dell’operatore Rodrigo Prieto, “La 25 Ora”-”21 Grammi”, che vira poi stupendamente al rosso tutta la sequenza finale), che immortala il solitario Alessandro insieme a quello che, sin dall’inizio, da quando era poco più che un bambino, era stato il suo unico vero e fedele compagno: lo splendido e ribelle stallone nero Bucefalo. Ma è troppo poco.

Sulla colonna sonora

Ingombrante e sin troppo pomposa

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