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Riflessi di luce

Regia di Mario Bianchi vedi scheda film

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La recensione su Riflessi di luce

di mm40
2 stelle

Proprio nel 1988 Pamela Prati raggiungeva il suo massimo successo di pubblico approdando in tv, sponda Fininvest, per Biberon, lo spettacolo di risatine politico-qualunquiste del Bagaglino; in quello stesso anno girava un porno soft dal titolo Riflessi di luce, per la regia dell'esperto (del genere) Mario Bianchi. La sceneggiatura è del semisconosciuto Francesco Valitutti e non lesina scene di accoppiamenti, talvolta anche abbastanza spinti, soprattutto prediligendo il versante lesbico della storia. Nel triangolo di interpreti di maggior richiamo in effetti i nomi femminili sono due: Laura Gemser, l'Emanuelle che fu, ormai prossima ai quaranta ma ancora piuttosto in forma, e appunto la citata Prati, bacchetto di legno sul set esattamente come sul palco del salone Margherita (dove peraltro doveva pure simulare di ballare). Gabriele Tinti è il terzo nome maschile. Inutile soffermarsi più di tanto sulla trama inconsistente o sulla realizzazione tecnicamente mediocre (Bianchi è quel che è, il budget idem): fondamentalmente questo è un lavoro destinato ai fans della Prati, meglio ancora se incalliti onanisti: troveranno qui infatti pane per i loro denti. Le musiche di Gianni Sposito, principalmente composte sul pianoforte (lo strumento suonato dal protagonista della storia), non sono poi così male. 1,5/10.

Sulla trama

Musicista gambizzato da un incidente vive irrequieto nella sua sfarzosa villa; accanto a lui c'è una donna che si divide fra il suo giovane figlio e un'amica.

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