Regia di Aleksandr P. Dovzenko vedi scheda film
Biografia di Ivan Vladimirovic Michurin (1855-1935), scienziato agronomo russo alla base di forti polemiche, vivissime al tempo del film ma forse non del tutto spente neppure oggi, su questioni di ereditarietà e di tramissione genetica, soprattutto a causa degli eccessi cui è giunto Lysenko (approvato dal PCUS proprio nel 1948) sviluppando certe tesi di Michurin. Molto bella e poetica (anche grazie a un uso del colore molto sapiente, soprattutto per l'epoca) la parte relativa alla natura, alle ricerche e ai fallimenti di Michurin, il passaggio del tempo e delle stagioni visto in cambiamenti della natura, gli aspetti umani della vicenda, in particolare i rapporti con la moglie, la morte di lei e il dolore di lui, le opposizioni dei benpensanti e del clero, viste con un gusto ironico e grottesco; anche se oggi molte immagini della natura che allora potevano riuscire nuove e poetiche sono diventate oleografiche e stucchevoli, da pubblicità (i tramonti, fiori che si aprono, ecc.); noiosissime poi le lunghe parti celebrative, le "lezioni" e i dibattiti "scientifici" a scopo evidentemente educativo e didascalico. Queste parti lo farebbero archiviare subito, le altre impongono di conservarlo e rivederlo con attenzione… resistendo al sonno provocato dalle lezioni. Buona la recensione di M. Negri e di G. Di Falco, nel dizionario di F. Di Giammatteo. Più attenta agli aspetti estetici e tecnici quella di Ghirardini (II 1027-1028), che però si entusiasma fiduciosamente non solo per le dottrine esposte ma anche per il modo celebrativo di esporle, e ne conclude che il film è uno dei migliori in assoluto "non solo per i suoi grandi pregi artistico-formali, ma anche per l'intrinseco valore del suo contenuto scientifico" "dando luogo ad un'opera non soltanto stilisticamente unitaria ma anche contenutisticamente completa". Un po' troppo…
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