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Histoire(s) du cinéma - I-IV

Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film

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La recensione su Histoire(s) du cinéma - I-IV

di carlos brigante
10 stelle

Histoire(s) du Cinema” è un “percorso” di quattro “tappe” realizzato da Godard tra il 1988 e il 1998. Ogni tappa è suddivisa in due capitoli: A e B.
Ma cos’è propriamente? Cosa rappresenta? Assai arduo è esprimerlo in poche parole….
 
Histoire(s) du Cinema” è un organismo che prende forma dal banco della moviola e si nutre degli strumenti dello storico: le fonti, una macchina da scrivere e le successive riflessioni/conclusioni. Si sviluppa attraverso le “nuove” tecniche video ed evapora soave e rarefatto in un miscuglio di suoni, echi, sussurri e (naturalmente) immagini. Immagini “prime” che non sono più semplici sequenze di fotogrammi, ma che assurgono a “fotogrammi assoluti”. Non vi è più alcuna inquadratura capace di trattenere questa rappresentazione immaginifica. L’immagine è tautologicamente pura e “semplice” immagine. Una serie costante di quadri fissi o sovrimpressi che acquistano nuova vita, nuova forma, Nuova Arte.
 
Histoire(s) du Cinema” è un’opera dai contorni indefiniti a metà tra filosofia e scienza; tra letteratura e storia; tra cinema e arte figurativa. In tutti gli otto capitoli Godard insiste, proponendo a ripetizione, opere pittoriche alternate ad immagini di repertorio e a fotogrammi delle più svariate pellicole, in un continuo e meraviglioso farsi e disfarsi dentro al quale lo spettatore deve divincolarsi da quest’orgia sinestetica. Osservare, leggere, ascoltare, riflettere e capire per 25 fotogrammi al secondo elevati al quadrato, al cubo… all’infinito.
 
L’artista Godard prosegue la via destrutturante dei suoi esordi; non dimentica le tematiche politico-sociali, ma supera l’ideologia; ribadisce il suo gusto cinephile, ma (ri)afferma i suoi intenti di critico e di storico.
Il ruolo del montaggio come momento supremo della creazione (cine)artistica è evidente sin dalle prime "sequenze" del capitolo 1A, “Toutes les Histoires”, ma rappresenta un’ulteriore prova di quanto esposto dal regista stesso sin dai suoi esordi e di quanto ribadito in numerose sue interviste:
Non vedo come si possa evitare di occuparsi personalmente del proprio montaggio. Sono arrivato a uno studio in cui il montaggio diventa composizione, musica... Al montaggio si incontra il destino. Le riprese sono libere, insomma… siamo liberi di ruzzolare per terra… (Il montaggio) è veramente la possibilità di trasformare la propria libertà in destino”.
 
Attraverso questa giungla di riflessioni e digressioni, Godard spiega, tra le tante cose, perché “Roma città aperta” sia stato l’unico film realizzato sulla resistenza; dichiara che il cinema avrebbe potuto scoprire qualcosa, come la pittura con la prospettiva, ma che invece non ci è riuscito a causa dell’avvento del sonoro; elogia Hitchcock e la sua straordinaria capacità di creare forme; erge il cinema ad unica storia mai esistita. Una volta arrivati all’ultimo capitolo, il 4B, “Les signes parmi nous” (“I segni in mezzo a noi”), le ultime parole spettano ancora allo stesso Godard:
Se un uomo attraversasse il paradiso in sogno, e ricevesse un fiore come prova del suo passaggio; e se al suo risveglio si ritrovasse quel fiore tra le mani… che cos’altro dire allora? Io ero quell’uomo”.
 
Histoire du Cinema: Jean-Luc Godard!
 
10
 
- Histoire(s) du Cinema: 1A Toutes les histories (1988); 2B Une histoire seule (1989)
- Histoire(s) du Cinema: 2A Seul le cinéma; 2B Fatale beauté (1994)
- Histoire(s) du Cinema: 3A La monnaie de l’absolu; 3B Une vague nouvelle (1995)
- Histoire(s) du Cinema: 4A Le controle de l’univers; 4B Les signes parmi nous (1998)

Cosa cambierei

La I e II parte segnalate qui su Film.tv si riferiscono solamente alla prima parte de "Histoire(s) du cinema", quella del 1988-89; dunque ai soli capitoli 1A e 1B.
La cosa migliore sarebbe raggruppare l'intero corpo dell'opera sotto un'unica voce.

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