Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
Forse non è tra i capolavori del regista danese questo film che racconta di un rapporto molto intenso tra un pittore e un suo modello, in cui alcuni hanno voluto leggere un antesignano di certi film a tematica omosessuale (nel film il rapporto non è esplicitato ed è più simile a quello tra un padre e un figlio adottivo, ma è pur vero che l'opera è tratta da un romanzo di Herman Bang, scrittore danese apertamente omosessuale). Visivamente molto efficace, con un'attenzione insolita al dettaglio nella fotografia di Karl Freund, ma con qualche cedimento melodrammatico, soprattutto nella seconda parte. Notevole interpretazione del regista Benjamin Christensen nel ruolo del protagonista Claude Zoret, mentre nella parte del modello si riconosce il futuro regista Walter Slezak. Alla fine resta un altro elogio dell'amore nella sua dimensione totalizzante, di dono gratuito, motivo ricorrente della filmografia dreyeriana (che fa avvicinare questo film a Gertrud, canto del cigno di Dreyer). Un film comunque al di sopra della media di tante altre opere del muto. voto 8/10
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