Regia di Joe Roth vedi scheda film
Fuga dal Natale di Joe Roth è l’esempio perfetto di come una regia inetta riesca a rovinare irrimediabilmente un testo che ha tutte le carte in regola per una resa cinematografica travolgente e a neutralizzare un gruppo di attori dotati di innata verve comica. Il libro di John Grisham è una satira appuntita e intelligente della follia dei riti natalizi americani, addobbi domestici e urbani, cenoni familiari e party aziendali, jingle fuori dalla porta e Frosty monumentali sul tetto, spirito di quartiere e buonismo dilagante. E di come se ne esca esausti e economicamente dissanguati. Tim Allen ha la faccia stralunata e nevrotica giusta per il protagonista (e l’unica scena che rende giustizia al suo talento comico è quella in cui non riesce a tenere in bocca la macedonia dopo le iniezioni di botulino); Dan Aykroyd avrebbe potuto essere un Frohmeyer di corporale, dilagante malevolenza; e Jamie Lee Curtis sarebbe stata una perfetta mamma suburbana se non fosse stata penalizzata dal parrucchiere più misogino del mondo. Ma del tutto irrimediabile è la regia di Joe Roth, per la quale non pare esistere la parola “tempo”: le battute hanno un ritmo sul quale la macchina da presa è in perenne ritardo, le gag sono diluite, persino gli stacchi tra una scena e l’altra sono faticosamente rallentati. Il doppiaggio italiano non aiuta, ma per una volta non è il maggior responsabile del disastro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta