Regia di Ken Loach vedi scheda film
Ken Loach e il suo sceneggiatore Paul Laverty, con un ritardo del tutto inspiegabile e con una evidente penuria di spunti inediti, si concentrano (è una vacanza cinematografica, un infortunio estetico o un’involuzione preoccupante?) su un ambiente e sulle sfumature di un conflitto (l’amore contrastato tra coppie di culture diverse) dal quale film interi o porzioni consistenti di film, che parlavano d’altro, hanno già spremuto tutta la polpa sociologica, religiosa, folkloristica, musicale. Il melodramma moderato che si addensa sull’incontro, tra le vie e le case di Glasgow, tra Casim, pachistano di seconda generazione, dj, imprenditore in erba, prossimo alle nozze combinate, secondo tradizione, dalla famiglia, con una cugina, e Roisin, irlandese, insegnante di musica nella scuola frequentata da una delle sorelle del protagonista, Tahara. Rigidità musulmane, pregiudizi cattolici (la scuola dove scocca il colpo di fulmine è un istituto privato e il parroco di quartiere è rigidissimo), le vacanze-lampo al mare condite di bugie e di rivelazioni, le intromissioni della sorella maggiore di Casim che vede messe in pericolo, per questioni d’onore asiatico, le sue agognate nozze, la volontà della sorella minore di iscriversi in un’università e di dedicarsi ad una professione differente da quella programmata dagli autoritari genitori: questi sono alcuni dei contenuti e dei personaggi di una delle pellicole più brutte della filmografia di Loach.
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