Regia di Takashi Shimizu vedi scheda film
Tentiamo questa lettura. The Grudge è la rappresentazione dell’orrore della colonizzazione occidentale di un immaginario ”diverso”. In esso, gli americani muoiono perché cercano di fare i conti, di comprendere, di sconfiggere un qualcosa che appartiene a qualcun altro. In questo senso The Grudge è opera altamente scorretta, per di più se si pensa che è girata da un regista giapponese e fatta con capitali statunitensi. I ”bianchi” ci rimettono le penne. The Grudge è puro cinema teorico che scoperchia il fallimento – ora e sempre - di fare remake di un mondo e una cultura che non sono propri. La constatazione che The Grudge è identico al film del quale è il rifacimento, Ju-on: The Grudge, peraltro sempre di Shimizu, è ulteriore prova a carico. Però nel film muoiono pure dei giapponesi, quindi come la mettiamo? La mettiamo che questa tesi è follia illusoria, che The Grudge non è lo Psycho di Van Sant, che non va da nessuna parte, che tedia come la morte e che pare la tesina rigida e matematica di uno studente di un corso di paura cinematografica. Lo diciamo poi con tutto il rispetto possibile: la Gellar è letteralmente inguardabile. Se questa è la nuova eroina dell’horror, si fa prima a tirare fuori dall’armadio una come Linnea Quigley, almeno urlava meglio.
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