Regia di Woody Allen vedi scheda film
33° film di Allen. Col senno di poi, può essere considerato la premessa teorica della successiva trilogia londinese, dove le stesse storie vengono narrate con registri diversi. Un gruppo di scrittori riuniti intorno a un tavolo di ristorante (la stessa situazione narrativa di Broadway Danny Rose) discute dell’opportunità di raccontare una certa vicenda presentandola come un dramma o come una commedia: assistiamo così ai suoi rispettivi sviluppi in un senso o nell’altro. Le due storie non sono esattamente identiche (il che avrebbe provocato inevitabili ripetizioni): partono da un medesimo punto (l’inaspettato arrivo di Melinda a una cena di amici) e poi ciascuna si snoda per la sua strada, con alcuni episodi che tornano in entrambe, ma in momenti diversi, con protagonisti diversi e ovviamente con toni diversi. È una constatazione forse banale, ma ad Allen riesce meglio il versante commedia che quello dramma; però qui non compare come interprete, e Will Ferrell è costretto a sembrare una sua pallida imitazione (caratteristica probabilmente accentuata dal doppiaggio, ma evidente anche dalla recitazione). Invece Radha Mitchell è una scoperta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta