Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
La grandissima popolarità ed i riconoscimenti dati dalla critica al Sordi attore, non si sono mai estesi quando questi si cimentava dietro la macchina da presa. Effettivamente di opere notevoli di Sordi regista se ne annoverano ben poche e anzi, soprattutto negli ultimi anni della sua carriera ha espresso dei film piuttosto deludenti. con Finchè c'è guerra c'è speranza mi sento di dire che Sordi è andato a cogliere un soggetto di grande forza ed attualità, ha incalzato in questo film le molteplici ipocrisie della società occidentale mostrando un protagonista che viene a contatto con episodi, all'inizio grotteschi e poi sempre più efferati. Tuttavia arriviamo ad un climax in cui non sarà il protagonista ad essere identificato come il solo "mercante di morte" quanto i familiari che lo circondano, ormai legati a doppio filo ad uno stile di vita sfarzoso e schiavi ormai del consumismo. La sintesi più toccante del film sta nei minuti finali, dove in una sorta di tribunale familiare "l'imputato" Sordi mette in luce tutte le contraddizioni dei parenti, della società contemporanea, dell'occidente soprattutto. E la reazione ad un suo possibile cambio di passo sarà la riconferma che non vi è volontà da parte del cittadino medio di prendersi carico di certe problematiche o diseguaglianze. In tutto questo però vi è da confermare che lo sviluppo della vicenda non sempre è all'altezza delle aspettative. La prima parte è fatta di sketch anche un po' ripetitivi nel delineare il giro d'affari del protagonista, così come il ritratto dei personaggi di contorno risulta un po' di maniera ed infine, questa critica legittima e giustificata alla società dei consumi è forse realizzata in modo un po' semplicistico. Sembrerà una forzatura ma vedendo il più recente film con Nicholas Cage "Lord of war" si fatica a non pensare che lo stesso soggetto fosse già stato ampiamente analizzato da Sordi 30 anni prima.
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